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L'eredità spirituale di don Giovanni Di Tullio

Quanto bello è l’augurio formulato sulle spoglie mortali di don Giovanni da questa credente: “Il Signore, che già ti ha accolto nelle sue braccia, ti faccia risplendere come luce del suo volto per sempre”.

Non è forse stato sempre il sogno e l’impegno quotidiano di don Giovanni?

Ce lo ricorda proprio lui a mo’ di testamento spirituale nel giorno del 40° anniversario della sua Ordinazione sacerdotale: “Per quanto mi riguarda oggi più che mai sento il valore e la bellezza di ogni giorno che mi regala la Provvidenza, specie dopo l’esperienza sofferta e critica del febbraio 2000. Quello che conta è quanto ho permesso che il Signore scrivesse nella mia vita, e l’immagine (foto) che sono riuscito a ricomporre di Gesù in me”.

Grazie don Giovanni!

Come confratelli siamo fieri di te, della tua vita, eloquente profezia di carità, del tuo impegno quotidiano come figlio del Beato Fondatore e come servo della Carità.

 

Il cammino di santità di don Giovanni Di Tullio

Due semplici parabole della sua vita:

1. Quel bottone mancante

Ho nel cuore un tuo ricordo, don Giovanni!

Spesso, al sabato, t’incontravo in sacrestia quando, dopo aver assolto a qualche incombenza parrocchiale, t’apprestavi a dare inizio al compito tuo più elevato, quello di confessore. Al sentir di molti tu opravi con dolcezza, profonda semplicità e trasparente schiettezza di modi e parole.Nel momento in cui, tu abitualmente indossavi la “sottana” notavo sempre che ti mancava un bottone nero…

Don Giovanni  -dissi- perché non ti fai attaccare codesto bottone? Forse non lo sai fare da solo?

Son capace… son capace…! Rispondevi pacatamente.

E allora perché non lo fai?

Perché da quel bottone mancante faccio prendere aria al mio cuore malandato!

Ed io ti ho riservato un posticino nel profondo del mio, don Giovanni. Ciao! 

(Un amico).

2. Il suo ultimo sorriso

Il giorno del suo funerale nella basilica di San Giuseppe al Trionfale passò un signore che distribuiva delle immagini di don Giovanni, in particolare alle signore anziane presenti. Avrei desiderato una di quelle immagini ma erano tutte finite. Tra me e me chiesi a don Giovanni di regalarmi un ultimo suo sorriso ed uscii dalla Chiesa. Fuori dalla Chiesa c’era un gruppo di suore; una di esse aveva in mano due immagini di don Giovanni; le chiesi se poteva farmi fotografare con il cellulare l’immagine, ma lei me la donò. Ecco: don Giovanni che mi regalava il suo ultimo sorriso” (Giorgio Sportello).