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Ai confratelli e alle comunità dell’India

Carissimi,
oggi è il giorno in cui la Chiesa celebra l’Apostolo Tommaso, venerato come patrono della terra indiana in cui, secondo la tradizione, fu sepolto, precisamente a Mylapore, in quella che oggi è la parte centrale e antica di Chennai.
Scrivo per augurare a tutti voi un fecondo apostolato, visto che oggi siete voi gli apostoli di quella terra, in comunione con le diverse chiese in cui vi trovate.
Manca un mese alla mia visita fra voi, nella quale mi accompagnerà fratel Franco, e vorrei anticiparvi le mie intenzioni che sono essenzialmente due.
Anzitutto, come faccio in tutte le altre province, farvi sentire fortemente, attraverso la mia visita, la vostra unità col resto del corpo della Congregazione, ricordandovi il bene grande della comunione e la lotta che dobbiamo fare ogni giorno contro i nemici della comunione. Sono tanti e spesso irriconoscibili, si insinuano nella nostra vita e ci tolgono la linfa vitale, la fiducia, il dialogo, la dedizione reciproca. Noi non siamo chiamati a piacerci a vicenda, visto che non ci siamo scelti, ma ad amarci nel rispetto profondo gli uni degli altri, consapevoli che i nostri non sono vincoli di sangue, di lingua, di tradizione, e neppure di simpatia o di interesse, ma ci unisce la professione religiosa per la quale abbiamo scelto di prolungare nella Chiesa l’opera di don Luigi nostro Fondatore, col dono della nostra vita.
La prima testimonianza che il mondo ci chiede è quella della fraternità.
Poi vorrei incoraggiarvi nel bene, sentire le difficoltà che incontrate, appoggiare i vostri progetti, aiutarvi a rimuovere dal cammino quegli ostacoli che rallentano la missione, suggerirvi qualche pista nuova, chiedervi quello che voi confratelli indiani potete dare al resto del corpo della Congregazione. Questo nostro tempo ha un’urgenza, la Carità di Cristo, e io vorrei solo ricordarvi che per questo siamo entrati in famiglia religiosa, mentre ogni altro progetto pur buono è del tutto secondario.
Vorrei fare la visita in uno stile di vita ordinaria delle comunità e vi chiedo di rimuovere ogni aspetto decorativo, ogni parvenza di esteriorità che è così lontana dal Vangelo. Veniamo come fratelli, con la voglia di imparare e di conoscere, cercando un dialogo che non è alla pari, solo perchè noi siamo più responsabili davanti a Dio. Sono sicuro che sarà un incontro di grazia se saremo attenti e sinceri, aperti alla Provvidenza di cui voi portate il nome nel titolo di Provincia e della quale, come guanelliani, siamo tutti figli.
Considero un dono poter partecipare all’Ordinazione dei nuovi sacerdoti, imponendo sul loro capo anche le mie mani e affidando alle loro primizie sacerdotali il bene della Congregazione da invocare.
Consegno a San Tommaso questa mia prima visita in India da superiore e conto sulla preghiera di tutti voi mentre vi assicuro la mia. Un giorno Tommaso chiese a Gesù: “Signore come possiamo conoscere la via?”. Gesù la indicò, la Via era Lui stesso.
Ecco San Tommaso ci aiuti a intuire “la via”, chiediamoglielo insieme.


padre Umberto Brugnoni, superiore generale