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Don Guanella ebbe sempre molto a cuore le persone anziane, tanto da affermare: il ricovero dei vecchi fu sempre principale scopo e ragione nostra...Le persone anziane sono per don Guanella famiglia di persone fra tutti le più sofferenti fisicamente e moralmente, perciò sono bisognosi di maggior compassione. Bisogna guardarli con gli occhi della fede, molto più che son privi di ogni attrattiva atta a cattivarsi l’affetto pienamente umano. Nella società di fine 800, inizio 900, raggiungere la vecchiaia significava entrare di forza nella categoria dei poveri. Era un povero a cui la nuova era industriale non sapeva rispondere e di cui non si preoccupava. Nell’accogliere le persone anziane bisognose, ciò che più sta a cuore a don Guanella è dare al povero un’accoglienza familiare, garantire sicurezza fisica e morale in un clima di serenità cristiana. A chi non ha più una famiglia idonea, egli offre una casa perché abbia al medesimo tempo il pane materiale nonché quello spirituale necessario per disporsi al transito da questa vita. Don Guanella si poneva come obiettivo di fare delle sue case una famiglia, anche se grande, in cui ciascuno fosse accolto, rispettato, amato. Si preoccupava inoltre di modellare il servizio secondo i bisogni dell’anziano. Nel secolo scorso già realizzava il servizio domiciliare, inviando le suore come infermiere a domicilio per esercitare le opere di misericordia corporale e spirituale, e cercando di compiacere a quegli ammalati che sono più poveri e abbandonati. Il ricovero, come allontanamento dal contesto familiare e ambientale, era inteso ed attuato da don Guanella come ultima “ratio”. Il ricovero facile lo rattristava perché offende carità e giustizia nei confronti di persone che hanno tutto il diritto di vivere e morire dentro le pareti del domestico casolare. Nei ricoveri don Guanella voleva che le persone anziane fossero ritenute i veri padroni e signori della casa; dovevano avere la più ampia possibilità di movimento:...molto si deve concedere delle loro abitudini. Ricordava che, seppure fossero state pezzenti e vagabonde, pure avevano la libertà che era la loro cosa più cara. Voleva che al ricoverato fosse risparmiato il senso di solitudine e di abbandono, perché chi soffre ha più necessità di amore e di affetto. Il Fondatore ci indica chiaramente che le attenzioni più delicate e le cure migliori vanno riservate a chi è maggiormente provato nel corpo e nello spirito, indipendentemente dalla religione o cultura a cui appartiene. Ciò comporta che nell’offrire accoglienza e aiuto vanno preferiti coloro che si trovano in situazione di abbandono morale e in stato di maggior povertà (cfr. DB - art. 46). Nei centri per anziani si privilegia quindi la risposta ai bisogni di chi è più fragile e più a rischio nella società...(PES, pp. 9-10).

Ieri, 25 luglio 2021, si è celebrata la prima giornata mondiale dei Nonni e degli Anziani, che d’ora in poi verrà celebrata la quarta domenica di luglio. Da guanelliani, ci sentiamo onorati con questa provocazione del Santo Padre. Inoltre, dobbiamo dire che in Argentina, nel 1960 P. Ignazio Lombardini, diffusore della «cultura della carità» il quale oltre a scrivere l’Heraldo de la Caridad, per promuovere quanto si realizzava nell’Hogar Don Guanella di Tapiales, ebbe l’intuizione di dedicare un giorno all’anno il “día del abuelo”, arrivando a diffonderla con i media del tempo.

Vi ri-presentiamo il documento PROGETTO EDUCATIVO GUANELLIANO – SETTORE ANZIANI, dove sono descritte le modalità educative presenti nella nostra missione per gli anziani.

San Luigi Guanella, proteggi i nostri nonni!

 

  

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