
Sabato 20 aprile 2024, in occasione della festa della Beata Chiara Bosatta, l'arcivescovo di Santiago de Compostela, mons. Francisco Prieto, ha benedetto la nuova Casa Rettorale, Casa San Luis Guanella, nella parrocchia di Fisterra.
I Padri Guanelliani, presenti nella Diocesi di Santiago de Compostela da quattordici anni con due comunità pastorali, una ad Arca de O Pino e l'altra a Fisterra, si occupano delle parrocchie e, in modo particolare, si dedicano all'evangelizzazione dei pellegrini sul Cammino di Santiago de Compostela. Concretamente, nella zona di Fisterra sono responsabili delle parrocchie di Fisterra, Pereiriña, Sardiñeiro, San Vicente de Duio, San Martín de Duio e, provvisoriamente, Muxía.
Alla benedizione della nuova casa canonica hanno partecipato, i tre Padri Guanaliani di Fisterra: p. John Paul Britto, p. Arun y p. Anil, i Padri dell'Arca e il Superiore del territorio europeo, padre Fabio Pallotta, anch'egli residente in Diocesi.
La riabilitazione di questo edificio è stata possibile grazie ai finanziamenti della Diocesi di Santiago e della Congregazione guanelliana, oltre che alle donazioni di benefattori e parrocchiani della Parrocchia.

Dal 20 aprile al 25 aprile nella località di Yercaud Tamilnadu in India, si svolge il VI Capitolo della Provincia Divina Provvidenza il cui motto è: “Ringiovanendo il carisma nel mondo sinodale e lavorando per la sostenibilità finanziaria”. Don Soosai Rathinam, Consigliere generale ha tenuto la riflessione prima dell’apertura di questo evento particolare. L’indomani dopo l’elezione degli scrutatori, moderatori e segretari, il Padre Provinciale Ronald Jessiah ha tenuto la sua relazione sullo stato della Provincia. Auguriamo buon lavoro a tutti i capitolari!

Missioni guanelliane nell’Estremo Oriente: bisogni immensi e operai pochi. Ma il Signore chiama anche laggiù
di padre Luigi De Giambattista, Superiore della Delegazione Stella Maris
Ci sembra questa l’immagine evangelica più adatta per captare e descrivere quanto la Famiglia guanelliana del Sud Est Asiatico ha vissuto nel dicembre 2023: l’ordinazione sacerdotale di quattro giovani con radici geografiche e culturali diverse e anche con storie di vocazione di stampo originale e unico.

Un’insegnante presenta ai suoi alunni in modo originale la Giornata della disabilità. Con il film Ho amici in Paradiso ottiene un risultato a sorpresa
di Anna Maria Palocci
Lo scorso 3 dicembre 2024 è stata la Giornata internazionale delle persone con disabilità. Quel giorno nella scuola IC Fontanile Anagnino di Roma, dove sono insegnante di italiano alle Medie è stata interrotta la didattica ordinaria per svolgere attività di vario genere, relative a quel tema. Per arricchire il percorso didattico intrapreso, ho provato a mettermi alla ricerca di un film che potesse raggiungere i miei alunni, uscendo dai cliché abituali del pietismo o del buonismo, con cui sono abituati a vedere i disabili (nella migliore delle ipotesi!).

L’Insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole italiane: un’occasione di crescita a 360 gradi. Dietro ai numeri delle statistiche, l’esperienza personale dell’autore di questo articolo
di don Salvatore Alletto
Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo avuto sulla bocca un’esclamazione molto comune: «Non c’è più religione!», magari di fronte a qualche vistoso cambiamento sociale oppure a qualche episodio di dubbia moralità. Non è questo però (per fortuna!) il caso dell’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC) nelle scuole italiane. La religione continua a esserci, a essere insegnata e a essere scelta. Dal 1984, ovvero da quarant’anni, questo insegnamento non è più obbligatorio, così va liberamente scelto dai genitori e dagli studenti all’atto delle iscrizioni.

La beatificazione del cardinale Eduardo Pironio ha richiamato alla memoria la sua amicizia per l’Opera Don Guanella.
Paolo VI e Giovanni Paolo II lo vollero guida illuminata dei religiosi e dei laici cristiani
di don Gustavo De Bonis, Consigliere generale dei Servi della Carità
Giuseppe ed Enrichetta Pironio arrivarono in Argentina dal Friuli nel 1898 e si stabilirono a Nueve de Julio, in Provincia di Buenos Aires, tra i ricchi campi dell’immensa pampa argentina. Nel 1899, la nascita del loro primogenito Pedro Ángel fu un parto difficile e i medici sconsigliarono vivamente alla mamma di avere altri figli. Ma la giovane coppia si amava e avrebbe voluto una famiglia numerosa. Proprio in quell’epoca arrivò a Nueve de Julio, in visita pastorale, il vescovo ausiliare di La Plata, monsignor Alberti, che aveva la fama di uomo santo (nel 1925 avrebbe accolto nella sua diocesi i primi guanelliani in Argentina, destinandoli alla cittadina di Tandil).

Il racconto di chi ha vissuto gli inizi del Don Guanella Major Seminary. Un cammino lungo venticinque anni, che ha portato molto frutto
di don Nico Rutigliano, Vicario generale dei Servi della Carità
Sono arrivato in India la prima volta nel luglio 1997. Accompagnavo don Umberto Brugnoni, allora superiore della Provincia Romana San Giuseppe, nella visita ai seminaristi guanelliani che studiavano presso i seminari diocesani nel Tamil Nadu. Passando per Karayanchavadi, quartiere di Chennai, fui ospite nel Sacred Heart Seminary, che per sessantadue anni era stato guidato dai salesiani e che proprio quell’anno veniva affidato ai responsabili della formazione della diocesi di Madras e Mylapore. Qui si preparavano a diventare guanelliani i nostri seminaristi Chandra Nevis e Satheesh Caniton, oggi religiosi guanelliani con vent’anni di sacerdozio.

A venticinque anni dalla morte di padre Antonio Ronchi, ne rimane vivo il ricordo e la venerazione.
Visse una straordinaria avventura missionaria sognata fin dall’adolescenza
di p. Alfonso Martínez Herguedas
Nel 2021 mi sono recato la prima volta nelle terre del Sud del Cile, nella regione di Aysén, cuore della Patagonia cilena, e ho avuto la fortuna di visitare i luoghi dove ha vissuto padre Antonio Ronchi, di pregare sulla sua tomba a forma di nave e accanto a una sua statua alta quattro metri. Laggiù a Puerto Aysén, tra canali e montagne, egli la fa da padrone con la sua talare, la sua casacca, una grande croce tra le mani e un mezzo sorriso sulle labbra: imponente, con le sembianze marcate dal suo impegno.