
MISSÃO MANAUS – FAMÍLIA GUANELLIANA
A Família Guanelliana foi convidada pela Arquidiocese de Manaus, no Amazonas, a trabalhar naquela cidade. Após visitas e avaliações houve a aprovação do projeto. Em setembro de 2019, a irmã Sonia Maria Southier, padre Antônio Francisco de Melo Viana e o Sr. Paulo Sivieri estiveram com o arcebispo e, acompanhados pelo padre Gastón Gabriel Aquino, guanelliano, visitaram os vários lugares indicados para avaliar qual serviço assumir. Por fim, o local de-finido foi a Colônia Antonio Aleixo, bairro de muita pobreza tanto material quanto espiritual e, em 4 de março, as Filhas de Santa Maria da Providência enviaram para a missão as irmãs Francisca Auri-ana Rocha, Marli do Carmo Pena e Zulmira Izidoro de Assis que estarão sediadas na comunidade São Francisco de Assis, pertencente à paróquia Nossa Senhora das Graças, na qual o padre Gastón é pároco.
Como a missão é da Família Guanelliana, os Guanellianos Cooperadores logo serão convidados a contribuir com os projetos sociais e de evangelização traçados pelas irmãs.
Nossos agradecimentos às irmãs que aceitaram a missão e nossas orações para que o Senhor Jesus conceda a elas muita luz para colocar naquela comunidade a marca do Carisma de São Luís Guanella, o Apóstolo da Caridade.
Lettera dall’Amazzonia da P. Gaston
Carissimo Don Umberto,
Pace di Cristo a lei! Spero stia bene e con buona salute di anima e corpo. Sono qui a raccontargli alcune importanti novità sulla nostra missione qui in Amazzonia.
1. ALCUNE NOVITA
Dopo il saluto della comunità a don Gianni Poli della diocesi di Trento che per lunghi anni ha operato in questa comunità, ora siamo noi a dare continuità a questa missione caritativo-pastorale nelle periferie di Manaus. Devo ringraziare tanto don Poli. Mi è stato sempre molto vicino. Egli ha fatto di tutto affinché io potessi inserirmi facilmente, potessi essere accolto con affetto, e mi potessi adattare a questa realtà non facile. Pur essendo lui diocesano, ci teneva tanto alla vita comune. Infatti, pregavamo insieme al mattino ogni giorno (ufficio e Lectio) e poi condividevamo i pasti, le riunioni ed altre attività. Lui davvero ama l’Amazzonia ed il suo popolo. In termini economici ha dato un grande impulso a questa zona così povera e marginale.
2. DESCRIZIONE DELLA MISSIONE
Vorrei adesso offrirgli una descrizione più in dettaglio della missione che ci è stata affidata. Alla fine di questo primo anno a contatto diretto con la realtà, non parlo più per “sentito dire” oppure mosso dallo stupore del primo impatto. La mia conoscenza è senz’altro molto più approfondita e vorrei raccontargliela.
a. La parrocchia “Nossa Senhora Das Graças”
La parrocchia “Nossa Senhora das Graças” è inserita in un vasto territorio periferico della città di Manaus nella regione amazzonica del Brasile. Ad essa appartengono due quartieri separati da un lago: d’una parte c’è “La Colonia Antonio Aleixo” e dall’altra il “Bela Vista”. Il primo quartiere compone circa l’80% del territorio parrocchiale. Entrambi sono segnati dall’evidente marginalità, povertà, degrado edilizio, morale e spirituale. Nei due quartieri è concentrata una popolazione di circa 40.000 abitanti. La popolazione parrocchiale ha una sua particolarità rispetto a tutta la città di Manaus: soprattutto gli anziani portano nel corpo segni di mutilazione. C’è chi di più, c’è chi di meno, ma questa situazione si verifica nella maggior parte dei casi. Come mai? La ragione è che alle origini in questo posto ci sono stati molti malati di lebbra.
A livello pastorale la parrocchia è suddivisa in 11 comunità o Cappelle già configurate che in un certo senso rappresentano le frazioni interne ai quartieri. Tuttavia, ci sono almeno altre 5 frazioni (alcune relativamente recenti) a cui non si è ancora arrivati con una presenza caritativo- pastorale stabile: Coração de mãe, Francisca Mendez, Barrio da fé, Buracão, familias ribeirinhas, ecc. Queste sono baraccopoli, luoghi distanti, un po’ isolati e di difficile accesso; alcuni si raggiungono attraversando il lago andando in diverse direzioni. Sono segnati da una forte presenza del narco traffico. Il livello di analfabetismo è anche alto dovuto alla localizzazione territoriale distante dai servizi educativi, i quali di per sé son già pochi in confronto alla crescente richiesta della popolazione. Un altro importantissimo luogo appartenente alla parrocchia che domanda in modo speciale le sue attività caritative e pastorali è la “UPP” (unidade prisional de Puraquequara), cioè il carcere, il quale ha una popolazione di circa 1500 persone.
b. I Gruppi Parrocchiali
La partecipazione dei gruppi in parrocchia è in questo modo: II gruppo più consolidato è quello delle coppie di sposi. Essi sono numerosi e molto coinvolti nella vita della comunità. C’è anche una piccola espressione di pastorale giovanile, ma su questo bisogna investire molto di più. Le strade sono strapiene di giovani e bambini. Purtroppo, non ci sono proposte sportive e ludiche significative per essi. Mancano itinerari formativi, spirituali e catechistici adatti ai giovani. Tante volte la droga è la porta più facile e immediata per tentare di uscire dal senza senso e dalle situazioni di sofferenza e povertà di casa. C’è bisogno urgente di una proposta di pastorale giovanile seria, profonda, ben organizzata e attraente che possa risvegliare i grandi ideali dei giovani nella concretezza della loro realtà, e che mostri loro la bellezza della santità come scelta possibile.
C’è poi la pastorale degli anziani. Un gruppo di circa 40 “nonni” che portano i segnali evidenti della malattia. Specchio della tenerezza di Dio, anch’essi sono tra i nostri prediletti.
Un gruppo di pastorale della salute visita gli ospedali e le case di persone mutilate. Si celebra l’eucaristia una volta a settimana nelle loro case e si festeggiano i compleanni.
c. Strutture Caritative
A livello caritativo, la parrocchia possiede una struttura di accoglienza per bambini in situazione di disagio chiamata “ECAE” (è molto simile al nostro “Techo fraterno”). È divisa in 6 nuclei; albergano in tutto circa 500 bambini in età di scuola elementare, in due turni: mattino e pomeriggio. I nuclei stanno dentro le strutture parrocchiali e ad esse appartengono. Hanno alla guida uno o due educatori a seconda della quantità dei bambini. Il contrato degli educatori è più o meno sullo stile del “servizio civile italiano”. La cosa più interessante è che con questo sistema si offre un aiuto anche a quei ragazzi/e universitari della parrocchia perché possano anch’essi assumere le loro spese di studio.
L’intenzione principale di questo spazio è quella di rafforzare l’acquisizione delle nozioni basiche della scuola elementare, attraverso tecniche didattiche che fanno leva sul proprio coinvolgimento nel processo di apprendimento. Inoltre, si offre ai bambini altri laboratori di buona qualità: musica, arti marziali, informatica, disegno, ecc. L’ECAE si preoccupa anche della nutrizione dei bambini, solo che per adesso riesce ad offrire solo la prima colazione e la merenda. L’iniziativa riesce a sostentarsi grazie alla sponsorizzazione di organizzazioni civili caritative italiane “Aleimar”, americane “Amazon Relieve”, e locali “CSELA”. Tuttavia, la situazione economica non ha raggiunto ancora una stabilità soddisfacente. Vista la necessità nei bambini, l’ideale sarebbe che accanto ad ogni comunità possa nascere uno di questi nuclei, ma per ora siamo solo a metà strada. L’iniziativa comunque è da lodare in tutti i sensi. Sia per la risposta che offre ai bisogni dei bambini e dei giovani, sia per la buona fama che acquista il cattolicesimo in mezzo ad un terreno gremito di sette evangeliche, sia ancora per l’accesso alle famiglie della comunità attraverso i bambini.
Ci sono poi delle strutture caritative appartenenti al comune che aprono le porte ben volentieri all’azione pastorale della chiesa: un ospedale per malati di lebbra, un ospedale di maternità, un pronto soccorso, ed un centro di riabilitazione per bambini handicappati (proprio di fronte alla parrocchia principale). Una casa per buoni figli, dunque, proprio di fronte alla parrocchia!! Come faccio a non pensare che questo posto stava già aspettando noi guanelliani?
3. PROSPETTIVE FUTURE E PRIORITÀ PASTORALI
Pur essendo ancora in fase di osservazione della realtà, già incomincio ad intravedere delle situazioni a cui bisogna dare risposta. Provo a buttare giù alcune idee:
1. I giovani. C’è bisogno urgente di investire mezzi, risorse, strutture, e tempo nell’accoglienza dei giovani. Bisogna disporre tutti i nostri ambienti e renderli attraenti alla gioventù. Dovrebbero nascere in tutte le comunità degli oratori festivi o strutture simili rivolte a favorire lo sviluppo integrale dei giovani.
2. Gli anziani. Ce ne sono tanti dispersi nei quartieri. Non sappiamo ancora quanti ed in quali condizioni. Il loro stato di salute delicato (ed in molti casi aggravato dalla lebbra) chiede a noi di visitarli con più frequenza, portandogli il necessario per una vita degna. La stessa cosa è valida per gli ospedali.
3. Caritas. La parrocchia non ha un’organizzazione di soccorso ai bisogni dei poveri. C’è bisogno di strutturare l’organismo della “charitas” parrocchiale per raccogliere donazioni di ogni genere (soprattutto alimenti e medicinali) e poi distribuirli in modo organizzato.
4. La missione. Ci sono molti territori a cui la nostra parrocchia non riesce ancora ad arrivare con una presenza significativa. Seppur tutta la parrocchia è di condizione precaria in termini economici, questi posti lo sono ancora di più per essere più lontani e di difficile accesso (bisogna attraversare fiumi e laghi).
5. L’educazione. Le strutture educative non riescono a coprire tutte le richieste della popolazione. Non ci sono scuole di arti e mestieri, scuola elementare e Liceo superiore sufficienti. La disoccupazione e la mancanza di mano d’opera qualificata è un problema serio. Bisogna aprire anche dei “nuclei ECAE” nelle comunità dove ancora non ce l’hanno (almeno altri 5), e poi andare laddove non si è ancora arrivati.
Ci sarebbero altre urgenze, soprattutto di carattere spirituale, che non sono messe nell’elenco precedente. Ho fatto uno sforzo di sintesi e priorità. Sono convinto che le iniziative spirituali devono per forza accompagnare lo sviluppo di queste altre.
4. SPAZI GUANELLIANI DI VOLTO AMAZZONICO
Da prete guanelliano, il mio sogno è quello di far crescere la nostra famiglia religiosa in questo posto, e che essa possa svilupparsi e offrire un servizio sempre migliore. Per questo mi trovo a organizzare uno spazio riservato al centro studi guanelliani dell’amazzonia (mi faccia passare la battuta... ma forse potremmo andare a concorrere con altre biblioteche guanelliane dell’America Latina... qual è quella più completa?).
Pian piano vorrei sensibilizzare le comunità sull’importanza delle Cappelle di adorazione “il nostro paradiso in terra”. I poveri di questo posto hanno bisogno di ricevere la “buona notizia guanelliana” della fiducia nella Divina Provvidenza. Di fatto già sto incominciando a proporre la preghiera della nostra “coroncina” (È proprio emozionante pregare attraversando il lago per portare del cibo alle famiglie povere). Insomma, c’è bisogno di un maggior coinvolgimento della parrocchia nelle strutture caritative, bisogna iniziare la promozione e formazione del laicato guanelliano, e poi favorire ancora di più le esperienze di incontro con gli anziani e i buoni figli. Sono attento anche a quei segnali di vocazione ad una speciale consacrazione tra i giovani. Essi sono molto sensibili.
5. CONDIVISIONE DI SENTIMENTI E RICHIESTA
Caro don Umberto, innanzitutto vorrei che sappia che sono ben felice di stare qui. Sono grato a Dio e a lei per avermi permesso questa opportunità. In verità sento che Dio mi ha portato fin qui e nella sua bontà mi ha offerto uno spazio dove poter offrire il mio ministero sacerdotale tra il povero popolo, e soprattutto tra le pecore senza pastore. Mi sentivo chiamato e desideravo questo più di qualsiasi altra cosa. Qui vivo in maniera austera ma dignitosa. Benché la gente del posto sia calorosa, affettuosa e, di una cordialità e rispetto senza paragoni, sono ben consapevole di essere osservato anche dalle organizzazioni mafiose, le quale mi rispettano, ma allo stesso tempo non vogliono lo sviluppo del posto. Abbiamo qui un campo sconfinato di apostolato. Questa realtà è chiaramente guanelliana! ne sono sempre più convinto. Che la nostra realtà parrocchiale sia effettivamente tra le più povere e periferiche lo attesta qualunque persona dell’intera città di Manaus: lo dicono gli stessi sacerdoti, religiosi, laici, credenti e non credenti. Abbiamo detto di sì ad un posto voluto da nessuno. Credo forse radica proprio qui la nostra felicità: noi siamo nati per “quelli di nessuno”.
Non posso nascondergli che vorrei tanto condividere con la nostra famiglia tutta questa meraviglia. Certo che ci vorrebbe qui una nostra comunità religiosa per rispondere in modo più efficace a tutte le sfide; ma non mi spinge a dire questo solo delle ragioni di opportunità o di convenienza, condividere la vita e portare avanti insieme una missione credo sia proprio un mio bisogno vitale. Io sono religioso guanelliano per vocazione. Lo lascio nelle mani del Signore e di voi superiori.
A volte mi chiedo sulla possibilità di aprire l’esperienza a qualche altro fratello nostro per venire qui, magari qualcuno che si senta chiamato a fare un’esperienza di missione tra i poveri. Forse si potrebbe lanciare la proposta a qualcuno che se la senta di venire. Niente di definitivo. Ma stando qui e lavorando insieme si potrebbe valutare meglio questa realtà. Io non voglio convincere nessuno di cose che non ci sono. Non voglio neanche riempirmi la bocca chiedendo di aiutare i poveri se questi non esistono. Per questo vorrei aprire le porte della casa parrocchiale a qualche fratello affinché possa vedere e valutare la realtà. Io non ho bisogno di avere nessun ruolo di responsabilità comunitaria, potrebbe averli lui. Grazie a Dio non ho niente da nascondere e non voglio forzare una decisione, tanto meno vorrei fare dei capricci. L’ideale sarebbe un sacerdote (io dovrei celebrare almeno 6 volte la domenica e altrettanto il sabato, e poi durante la settimana), ma il fatto di stare insieme è già la cosa più importante.
6. ALTRE NOTIZIE, RINGRAZIEMENTI E SALUTO
Questa settimana arriveranno le nostre suore della comunità di São Gabriel da Cachoeira. Vengono ad accompagnarmi nella Messa di accoglienza e si fermano una decina di giorni. Vengono pure i miei genitori. Sono grato a Dio per avere la famiglia in casa e per poter condividere con loro quello che il Signore ci chiede in questa zona.
Suor Maria Eni, provinciale delle suore del Brasile, mi ha scritto dicendomi che alla fine di settembre dovrebbe venire un’altra comitiva a valutare la situazione (un confratello, una suora ed un laico). Essi hanno chiesto di passare anche dalla nostra parrocchia per conoscerla. Io gli ho risposto, come d’accordo con lei don Umberto, che le porte sono sempre aperte a chiunque.
In questo mese di marzo 2020 approderanno qui in Parrocchia in modo stabile tre FSMP che si prenderanno cura dei poveri. Con loro collaboreranno i Guanelliani Cooperatori del Brasile disposti a venire ogni qualvolta ce ne sarà bisogno.
Caro don Umberto, innanzitutto devo dirgli grazie ancora una volta per la fiducia deposta nei miei confronti. Grazie per il suo incoraggiamento ad ogni momento. Grazie al nuovo Consiglio della Provincia Nostra Signora di Guadalupe che presto manderà un altro confratello a collaborare con me. Sono doni così grandi di cui non finirò mai di ringraziare Dio e voi tutti Superiori. Grazie anche per stimolare la nostra congregazione a camminare sui passi della Chiesa che in quest’anno rivolge il suo sguardo con particolare attenzione verso l’Amazzonia. La saluto con grande affetto e gli assicuro la mia preghiera per le sue intenzioni insieme al ricordo del suo nome nella santa Messa accanto alla preghiera per il Santo Padre e i Vescovi. Il Signore renda fecondo ogni suo sforzo.
IN OMNIBUS CHARITAS
P. GASTON G. AQUINO SDC

Il 14 marzo 1949 moriva don Mauro Mastropasqua nella Casa S. Giuseppe di Via Aurelia Antica che quest'anno ricorda il suo centenario
“Nel 1918 don Silvio Vannoni acquista Villa Rossini in Via Aurelia Antica. Nel frattempo si vende Monte Mario e nel 1919 don Giovanni Calvi lascia Monte Mario per portarsi in Via Aurelia Antica. L’arrivo di don Mauro Mastropasqua nel 1922, diede ulteriore impulso alla realizzazione di iniziative tese a promuovere la nascente opera di Via Aurelia. La necessità di edificare un ricovero per vecchi, deficienti ed epilettici venne promossa attraverso la costituzione di un Comitato per la raccolta fondi.
Venne escogitata pure l’ “opera del mattone”, una iniziativa che parte con il plauso del Papa Pio XI e del Cardinale Vicario Pompili, che a tale scopo invierà circolare ai parroci di appoggiare l’iniziativa del mattone. Questa come le tante altre iniziative, promosse, trovarono appoggio nei giornali e l’energico don Mastropasqua fu sempre impegnato a promuovere e sostenere nelle parrocchie romane le erigende opere di ricovero del San Giuseppe, per le quali si pose la prima pietra il 15 giugno 1924” (Nicola Parisi).
Don Mauro Mastropasqua, diede impulso alla crescita della Casa e allo sviluppo dell’opera caritativa a servizio dei buoni figli del Don Guanella di Via Aurelia. Con lui l’Opera don Guanella fu conosciuta in tutta Roma. Fu anche postulatore della causa di Don Guanella dal 1933 al 1949. Fu l'esecutore fedele ed appassionato dei desideri di Don Mazzucchi e della Congregazione per tutto quanto riguardava la Causa di Beatificazione di Don Guanella, una volta che essa fu portata a Roma. I Postulatori che vennero dopo di lui, hanno avuto la fortuna di raccogliere i frutti del suo lavoro.
Attualmente le sue spoglie riposano nella chiesa San Giuseppe in Via Aurelia Antica.
Da Don Fabio Lorenzetti:
" Non venite a trovarci, ma pensateci!
Il don Guanella, un paesotto che al mattino si anima di gente che va e viene: ragazzi che escono dal cancello, operatori che entrano, famiglie, pulmini. Acqua effervescente per tutti!
Da giorni tutta un’altra storia: silenzio assordante, ragazzi ed operatori che mantengono le distanze imbavagliati. “Ma perché? Fino a quando? Cos’è sto ribus? Fattelo spiega’ dalla dottoressa! Chi sta male?”.
Son cambiate le regole di botto. Qualcuno capisce, altri fanno fatica, ma vengono ripresi dai compagni. Nuova organizzazione, manco la messa, qualche preghiera da lontano,una via crucis, il rosario, tutti col proprio gruppo, “tanto il Signore ci sente lo stesso! Speriamo bene!”.
Oggi è l’anniversario dell’ordinazione di don Mauro Mastropasqua, che riposa nella nostra chiesa del S. Giuseppe. Lui, che ne ha passate tante durante la guerra qui in questa casa, chissà cosa avrebbe fatto…
Grazie, don Mauro, perché se siamo qui a lottare, a difenderci, lo dobbiamo tanto a te!"

Caro don Giancarlo,
Arrivederci in cielo.
Ci hai lasciati così in fretta e in un momento difficile per tutti noi tanto da non poterti dare un bacio sulla fronte e una benedizione. Un confratello dell’America Latina mi ha scritto oggi ricordandomi tue parole ripetute in più occasioni: nel mio funerale non parlate, per favore, di me, ma dite solo un breve e semplice pensiero sulla parola di Dio. Don Marco farà certamente questo.
A me allora, a nome di tutti i confratelli che ti hanno conosciuto, stimato e amato il saluto fraterno e grato per quanto di bello e grande ci hai voluto dire con la tua vita semplice, ma sempre disponibile a chi aveva bisogno. Grazie!
In questi giorni, chiusi in casa, abbiamo più tempo per la preghiera, il raccoglimento, il silenzio. Penso che guardando la Parola di Dio di oggi, tu ci possa raccomandare di risentire e meditare più volte le parole del Salmo 104: ricordiamo, Signore, le tue meraviglie! Tu non sei, Signore, il Dio-responsabile del coronavirus, Tu per noi sei il Dio che ci ha liberato dalla schiavitù di Egitto e ci ha portato attraverso il deserto fino alla nuova terra dove scorre latte e miele. Sei il Padre che ci ha amato così tanto da dare il Figlio unigenito, perché se crediamo in Lui avremo la vita eterna.
La schiavitù, la sofferenza, la prova passano presto, ciò che resterà per sempre sarà il tuo eterno amore per noi. Questo non finirà mai e la vita sacerdotale di don Giancarlo ne è una eloquente testimonianza. Lode e onore a te, Signore Gesù!
Riposa nel Risorto caro don Giancarlo; sul cuore di Colui che hai sempre voluto ascoltare, amare e imitare nella tua vita di sacerdote e di guanelliano. Arrivederci in Paradiso!
Como, 13 marzo 2020
Padre Umberto

Il programma di formazione per i tirocinanti si è tenuto presso la Casa provinciale, a Chennai (10-11 marzo 2020). I quattro tirocinanti hanno avuto la possibilità di approfondire e scambiarsi tra di loro le conoscenze sulla Missione guanelliana sotto i vari argomenti: qualità educative di base e stile del caregiver guanelliano, partecipazione nella Missione guanelliana, Evangelizzazione nella Missione e prassi del Ministero nella pianificazione della Missione. La due giorni è stata animata da p. Prakash (diocesi di Chennai), p. Benson e p. Antony Samy. Attraverso questa esperienza hanno approfondito la fraternità e lo spirito di famiglia.

La formazione permanente per i giovani sacerdoti negli Stati Uniti d'America si è tenuta dal 2 al 7 marzo al St. Louis Center a Chelsea. Gli argomenti discussi sono stati l’inserimento nella cultura americana e la crescita personale dei sacerdoti. Il programma è stato guidato da due persone esperte, il signor Robert Marcero e il signor Paco Lopez. I confratelli hanno davvero apprezzato la fraternità e la comunione. Ringraziamo la comunità di Chelsea per aver realizzato questo evento.

Hoy día 5 de marzo del año 2020 en el Seminario Teológico San Pio X de Tapiales - Buenos Aires empezamos una nueva etapa formativa, tuvimos primeramente la Santa Misa presidida por el Padre Gustavo De Bonis miembro del consejo general de los Siervos de la Caridad. Con mucha alegría y entusiasmo damos inicio a nuestras actividades correspondientes a este año académico y formativo, también en dicha celebración damos la Bienvenida al Padre Alfonso Martínez Herguedas nuevo miembro de nuestra comunidad religiosa, exhortados por las palabras del Padre Gustavo, y conscientes de nuestro compromiso y del lindo momento que estamos atravesando como única Provincia latinoamericana, queremos expresar nuestro profundo agradecimiento a Dios y a toda la familia Guaneliana, deseamos empezar nuestro año formativo con fe y con gran espíritu de fraternidad convencidos de que será un tiempo de Gracia para toda nuestra comunidad religiosa. Que el Espíritu Santo nos inspire y que San Luis Guanella interceda por nosotros para que podamos permanecer dóciles y fieles a nuestra vocación siendo testigos del Amor Misericordioso de Dios en nuestro mundo actual.
Cl. Luis Ovelar

Il 29 febbraio, nel seminario "Don Guanella" a Iași (Romania), suor Anna Maria ha tenuto una conferenza sul tema della vocazione, esemplificando attraverso la sua stessa vita guanelliana. Lo scopo principale era quello di rafforzare la nostra vocazione.
Sr. Anna Maria ci ha detto che la gioia è intimamente legata all’amore: sono due frutti inseparabili dello Spirito Santo (cfr Gal 5,23). L’amore produce gioia, e la gioia è una forma d’amore «si è più beati nel dare che nel ricevere!» (At 20,35), diceva: «La gioia è una rete d’amore per catturare le anime. Dio ama chi dona con gioia. E chi dona con gioia dona di più». «In Dio stesso tutto è gioia poiché tutto è dono» Pensando ai vari ambiti della vostra vita, vorrei dirvi che amare significa costanza, fedeltà, tener fede agli impegni. E questo, in primo luogo, nelle amicizie: i nostri amici si aspettano che siamo sinceri, leali, fedeli, perché il vero amore è perseverante anche e soprattutto nelle difficoltà. E lo stesso vale per il lavoro, gli studi e i servizi che svolgete. La fedeltà e la perseveranza nel bene conducono alla gioia, anche se non sempre questa è immediata.
Per entrare nella gioia dell’amore, siamo chiamati anche ad essere generosi, a non accontentarci di dare il minimo, ma ad impegnarci a fondo nella vita, con un’attenzione particolare per i più bisognosi. Il mondo ha necessità di uomini e donne competenti e generosi, che si mettano al servizio del bene comune. Impegnatevi a studiare con serietà; coltivate i vostri talenti e metteteli fin d’ora al servizio del prossimo. Che tutta la vostra vita sia guidata dallo spirito di servizio, e non dalla ricerca del potere, del successo materiale e del denaro.
P. Bakthis

La 5a riunione del consiglio plenario della Provincia della Divina Provvidenza si terrà presso la Delegazione Clarettiana, a Welisara, in Sri Lanka, dal 26 febbraio all'1 marzo. Il Consigliere di collegamento del Consiglio Generale Rev. Bro. Franco Lain ha arricchito l'occasione con la sua presenza.