Celebrare gli anniversari sacerdotali e di vita religiosa è sempre un richiamo alla santità. Ce lo insegna lo stesso Fondatore, con la sua penna veloce ed efficace, quando scriveva ai primi guanelliani: «Cari amici, oggi è san Filippo Neri, anniversario della mia ordinazione. Vi auguro e vi benedico tutti col patto di essere savi, santi, sani» (Ai Servi della Carità, 26 maggio 1903).
La medesima proposta, con parole differenti, ha fatto anche il vicario provinciale don Francesco Sposato, che nella lettera d’invito scrive: «Il mese di ottobre è un mese molto significativo per la nostra famiglia guanelliana perché ricorre la festa del nostro santo fondatore don Luigi Guanella. La sua santità ci provoca e ci sprona a fare anche noi della nostra vita un cammino di santità e un inno di ringraziamento a Dio per i benefici di grazia che quotidianamente ci fa toccare con mano negli ambienti che abitiamo».
Con tali sentimenti e auspici si è svolta, a Como il 27 ottobre 2023, la solenne concelebrazione a cui hanno partecipato vari confratelli, per ringraziare il Signore del grande dono della vocazione guanelliana e festeggiare i loro anniversari sacerdotali e di vita religiosa. Ha presieduto la santa messa don Nico Rutigliano, vicario generale, e hanno preso parte alla cerimonia un folto gruppo di suore guanelliane, laici guanelliani, cooperatori e operatori.
Don Nico, nell’omelia, ha ricordato che la santità non è un traguardo, ma un cammino. Ognuno raggiunge uno stadio di questo percorso che non è uguale per tutti. Santità è camminare sulle orme di don Guanella obbedendo al disegno di Dio su di noi.
Ha quindi presentato la figura di san Luigi Guanella come una persona sempre alla ricerca della volontà di Dio, un cristiano sempre alla ricerca dei poveri, un fondatore sempre in viaggio, «un uomo con la valigia in mano», secondo l’espressione del redentorista Claudio Benedetti, con il quale don Guanella ha condiviso preoccupazioni per poter arrivare alla approvazione dell’Istituto.
Don Nico ha infine richiamato diversi episodi della vita del Fondatore mettendo in rilievo l’animo inquieto, sempre alla ricerca di seguire il sogno di Dio: farsi santo servendo i poveri. I suoi viaggi in treno, i suoi pellegrinaggi mariani e ai Luoghi Santi di Palestina, le sue visite alle case aperte e da aprire, sono stati segnati dalla Provvidenza. Le sue stesse memorie biografiche sono intitolate Le vie della Provvidenza, a indicare che tutta la sua esistenza poteva essere definita una strada segnata dalla Provvidenza divina. Perché anche nel cammino di santità sempre «è Dio che fa».