Missioni guanelliane nell’Estremo Oriente: bisogni immensi e operai pochi. Ma il Signore chiama anche laggiù

di padre Luigi De Giambattista, Superiore della Delegazione Stella Maris  

Ci sembra questa l’immagine evangelica più adatta per captare e descrivere quanto la Famiglia guanelliana del Sud Est Asiatico ha vissuto nel dicembre 2023: l’ordinazione sacerdotale di quattro giovani con radici geografiche e culturali diverse e anche con storie di vocazione di stampo originale e unico. 

Stiamo parlando di Christian, filippino nato quasi ai piedi del maestoso vulcano Mayon nella regione del Bicol; di Bruno, di origine congolese e da due anni missionario nella comunità di Manila; di Khiet e Hoang, entrambi provenienti dal Vietnam e primi frutti della vite piantata dalla Provvidenza circa quindici anni fa in quella terra irrorata dal sangue di tanti martiri.

Nel pomeriggio dell’8 dicembre 2023, solennità dell’Immacolata Concezione, questi nostri fratelli sono diventati sacerdoti, ordinati dall’arcivescovo di Lingayen Dagupan, Socrates Villegas, inviati come apostoli del Vangelo della carità per i più deboli e fragili.

Nella chiesa parrocchiale di San Isidro Labrador in Quezon City (Manila) c’era una folta assemblea di fedeli provenienti anche dalle terre di origine dei novelli; toccati da speciale commozione erano i loro familiari. Attorno all’altare c’erano venticinque sacerdoti, tra i quali tutti i guanelliani che operano nelle Filippine, insieme a due religiosi fratelli. Particolarmente gradita è stata la presenza di padre Umberto Brugnoni, superiore generale dei Servi della Carità, venuto appositamente da Roma per condividere questo gioioso avvenimento. Di questa festa di popolo è stato testimone oculare, insieme al superiore generale, anche padre Battista Omodei, che ha rivissuto così i tanti anni trascorsi nelle Filippine. 

In Vietnam, dopo la stagione della prima semina operata con sacrificio dai missionari pionieri venuti dall’India ormai quasi quindici anni fa, la comunità può contare ora sulla collaborazione dei primi guanelliani locali, pronti a dare il loro contributo non solo nella promozione vocazionale e nel ministero formativo, ma anche nella ricerca delle modalità di tradurre su quel territorio la missione caritativa tipica del nostro carisma.  La Provvidenza sembra già indicarci qualche pista da seguire tramite la generosità di benefattori che ci invitano e la voce dei Pastori che ci spronano. Non sogniamo strutture imponenti, che non sarebbero permesse e nemmeno sostenibili, ma una umile attenzione ai più poveri, condividendo con loro, senza fare rumore, “pane e Signore”. 

Lo stesso metodo abbiamo seguito anche nell’avviare la nostra presenza missionaria nelle Filippine da oltre un trentennio e più di recente nelle Isole Salomone.  A Manila, e più precisamente nella municipalità di Pasong Tamo, Quezon City, lo scorso 12 dicembre 2023, alla presenza di padre Umberto, abbiamo commemorato il trentesimo anniversario della nostra casa madre nell’Est Asiatico e contemporaneamente l’apertura del Guanella Center, per rispondere a una varietà di bisogni e di servizi  tra i poveri. Nell’ormai lontano 1993 erano i bambini e le bambine che, nella prima scuola materna da noi aperta, avevano bisogno di educazione, ma anche di un’attenzione all’alimentazione. Adesso sono diventati adulti, molti ormai genitori di un buon numero di figli. Commovente è stato riunire questi nostri ex-allievi per la prima volta nel Guanella Center per celebrare un’Eucarestia di ringraziamento e un’agape fraterna.  Non sono mancate, oltre a qualche lacrima, le promesse di impegno a restituire in qualche modo il bene ricevuto e a diventare sostenitori della missione che continua a beneficio di altri fratelli nel bisogno. 

Anche le altre due comunità nelle Filippine si stanno sviluppando bene. La missione guanelliana a Legaspi si rivolge non solo alla struttura residenziale per  persone con disabilita fisica e intellettiva, ma anche al territorio cricostante, soprattutto nel raggiungere malati e anziani che sopravvivono come possono, esposti alle intemperie e a malanni per mancanza di igiene.  La comunità religiosa, di recente allargata grazie anche a uno dei novelli sacerdoti, sta tessendo una rete di solidarietà con collaboratori, benefattori e anche con volontari, inclusi quelli che stanno arrivando tramite ASCI anche dall’Italia.

 Vi è pure la comunità di Santa Barbara, diocesi di Lingayen-Dagupan, verso il nord dell’isola di Luzon.  I guanelliani sono coinvolti nella cura di anziani abbandonati e nella catechesi speciale che raggiunge oltre un centinaio di ragazzi con disabilità intellettiva o sensoriale, preparandoli ai sacramenti dell’iniziazione cristiana e a sentirsi parte della Chiesa e della società. 

Un ultimo breve accenno merita la missione aperta nel 2016 a Noro, nelle Isole Salomone, disperse nell’Oceano Pacifico. Si tratta di una parrocchia missionaria affidataci dal vescovo emerito di Gizo, il salesiano Luciano Capelli, che ha da poco trasmesso la guida pastorale al primo vescovo indigeno Peter Houhou.  È una coraggiosa scelta della congregazione quella di prenderci cura, come ci raccomandava il Fondatore, di chi è “gregge senza pastore”. La dedizione dei confratelli in quella comunità cristiana multietnica, sparsa su varie isole, sta trasformandola in parrocchia “samaritana”, sugli avamposti della Chiesa. Anche nelle Isole Salomone sperimentiamo da anni l’appoggio generoso di tanti amici, che sostengono anche finanziariamente  la missione, e l’arrivo dei volontari, nella quasi totalità provenienti dalla valle del Fondatore. Questo è un chiaro segnale della Provvidenza a non avere paura, a prendere il largo. Anche se la barca è fragile e le onde talvolta la scuotono, sappiamo che a bordo c’è Gesù.