di Sergio Giuseppe Todeschini

Iprimi salesiani, che si unirono a don Bosco dando inizio alla Società di San Francesco di Sales, ritennero doveroso raccogliere le memorie riguardanti la vita del loro Padre fondatore; così nel febbraio 1875 si riunì una “commissione storica”, guidata dal ventottenne don Giulio Barberis, e si diede avvio a questa lodevole iniziativa. Don Barberis raccolse le testimonianze e i ricordi riguardanti l’attività di don Bosco e la vita dell’oratorio torinese di Valdocco dal maggio 1875 al giugno 1879; quelle preziose informazioni riempirono quindici quaderni manoscritti intitolati Cronichetta (1875-1879), ora custoditi nell’Archivio Centrale Salesiano.

Nel 2022 è stata pubblicata un’edizione critica della raccolta, curata da don Massimo Schwarzel segretario del Centro Studi Don Bosco, rendendo così disponibile a tutti gli studiosi la documentazione di questo periodo iniziale della Società Salesiana.

Leggendo la Cronichetta si viene a scoprire che anche don Guanella (che fu salesiano dal 1875 al 1878) appare in quattro tra i numerosi episodi narrati da don Barberis. Sono fatti che si collocano negli anni 1875-1876, quando don Guanella era presente in Torino, in un primo momento come assistente spirituale dei Figli di Maria, giovani adulti in cammino vocazionale, ma anche quando ebbe il secondo incarico di direttore dell’Oratorio San Luigi.

Il primo episodio che si incontra nella lettura della Cronichetta è datato venerdì 24 giugno 1875, giorno dell’onomastico di don Bosco. In quell’occasione don Guanella, incaricato della direzione dell’Oratorio festivo torinese San Luigi, fece visita al fondatore accompagnato dai suoi oratoriani e i giovani fecero dono a don Bosco di mazzetti di fiori. Questi a sua volta si rivolse a loro dicendo: «Io vi ringrazio di tutti questi bei mazzetti di fiori che mi avete portato e delle cose che mi diceste; è però tutta bontà di quelli che vi guidano. Ringraziate don Luigi [Guanella], don Abrate e il signor maestro Macagno. Se poi avrete qualche speciale bisogno, indirizzatevi a don Luigi ed egli me ne parlerà».

Un secondo episodio si riferisce a un breve intervento di don Guanella durante un consiglio di programmazione tenuto a Valdocco. In quella occasione il sacerdote lombardo propose la composizione di un libro per le Letture Cattoliche, proponendo anche lo schema da lui ritenuto valido in vista della propagazione della fede

Il terzo episodio è datato venerdì 8 luglio 1875. Quella sera don Bosco, dopo la tradizionale ‘buona notte’ data ai ragazzi, si rivolse a don Guanella, in qualità di direttore dell’Oratorio festivo San Luigi, con queste parole: «Ebbene, lei si fa capire? E trova buoni questi giovani?» «Si, – rispose don Guanella – non c’è male. Oh sebbene io non sappia parlar piemontese come si costuma in questi oratori festivi, mi capiscono, stanno attenti; racconto molti esempi». «Ecco – aggiunse don Bosco – se vuol piacere e far del bene predicando a questi fanciulli, bisogna, sì, portar esempi, parabole, similitudini».

Il quarto episodio che vede coinvolto don Guanella è datato giovedì 13 gennaio 1876. Quel pomeriggio dopo aver pranzato, don Bosco si fermò a conversare con un ospite su fatti accaduti nei primi anni dell’oratorio. Ad ascoltare la loro conversazione si unirono altri sacerdoti, tra questi il nostro don Guanella. Il santo torinese raccontò che nel dicembre del 1853 un crollo, causato da una violenta pioggia, abbatté il muro del collegio in costruzione. Dopo l’incidente, i lavori ripresero e l’edificio collegiale fu ultimato nell’ottobre seguente. A questo punto don Guanella intervenne chiedendo a don Bosco come mai volle occupare così presto l’edificio appena ricostruito, considerando che la casa era ancora troppo umida. Don Bosco rispose che vi andò a occuparla per dare un esempio ai ragazzi, i quali in seguito lo seguirono felici. Raccontò anche di altri crolli che si erano verificati in diversi ambienti dell’oratorio. Di nuovo don Guanella intervenne con queste parole: «Che peccato non aver avuto un disegno premeditato e ingrandirsi poco per volta, seguendo quel disegno». Don Bosco concluse: «Bisognava adattarsi a tante circostanze e necessità, a bisogni speciali e pressanti».

Un ultimo riferimento a don Luigi Guanella, che si incontra tra le righe della Cronichetta, riguarda la lettera che don Bosco scrisse a don Barberis, a don Rua e a don Guanella, dopo l’udienza papale del 16 aprile 1876. Nella lettera (testo intero nel box) inviata al nostro,  don Bosco comunicava i ringraziamenti del papa per l’opera intrapresa dai salesiani e la sua benedizione su tutti i giovani in cammino. Concludeva poi la missiva: «Carissimo don Luigi, lavori di buon grado, la grazia divina non ci mancherà. Calma, pazienza e coraggio. Mi ami in Gesù Cristo e mi creda. Affezionatissimo amico sacerdote Giovanni Bosco». Anche un altro accenno a don Guanella si ricava da una relazione, fatta da don Barberis a don Bosco mentre quest’ultimo si trovava a Roma. Si legge che egli dovette sostituire nella direzione del collegio di Trinità di Mondovì don Luigi, per l’aggravarsi della malattia della mamma Maria Bianchi, che sarebbe morta a Campodolcino, poco dopo il rientro del figlio da Torino, il 18 settembre 1879.