di padre Umberto Brugnoni

Abbiamo vissuto in questi mesi momenti di grande tensione, di paura, e poi di speranza e gioia. Oltre alle numerose tensioni dovute alle guerre, alludo soprattutto alla fase conclusiva della vita del nostro amato papa Francesco, con il prolungato periodo di ricovero al Policlinico Gemelli a Roma e con le notizie incalzanti degli alti e bassi delle sue condizioni di salute. Poi c’è stata la gioia del suo ritorno in Vaticano e le apparizioni sporadiche ed estemporanee in San Pietro.

La nostra gioia ha raggiunto il culmine nel giorno di Pasqua, quando lo abbiamo potuto vedere sulla Loggia di San Pietro per la benedizione urbi et orbi. Lo si vedeva sofferente e triste, ma deciso a stare in mezzo al suo popolo per sostenerne la fede. Ha voluto anche passare in mezzo ai pellegrini, presenti numerosi in piazza San Pietro la mattina di Pasqua, per infondere ancora una volta fiducia e speranza nel Cristo Risorto. Tutto presagiva per il meglio.

Ma il giorno dopo una notizia ha trapassato il nostro cuore e strappato ai nostri occhi lagrime di dolore: papa Francesco è morto! La notizia sul momento ha colto tutti increduli: non è possibile! Ieri mattina stava in mezzo a noi come il buon Pastore in mezzo al suo gregge. La conferma del Vaticano ha gettato l’umanità nel più grande sconcerto e dolore. 

Il pastore ci ha lasciati, la “stella polare” del nostro cammino di uomini e donne verso la Vita eterna non c’è più! Siamo diventati orfani del padre che Dio aveva scelto per il nostro cammino di questi anni. A partire da lunedì 21 aprile, è trascorsa una settimana intensa di preghiere, di pellegrinaggi al suo feretro, di celebrazioni in suo suffragio, fino a sabato 26 aprile, giorno solenne dei suoi funerali. Grazie, papa Francesco, ora prega tu dal cielo per noi perché ti imitiamo nella fedeltà e coerenza alla volontà di Dio, mentre siamo in cammino verso il Regno che tu hai già raggiunto.

Ma Dio non ha lasciato orfani i suoi figli. Ecco il conclave, dove i cardinali elettori, in ascolto dello Spirito Santo, hanno eletto rapidamente un nuovo papa che ha voluto scegliere, come nome indicativo del suo ministero, quello di Leone. È il 267° papa della Chiesa cattolica; è per tutti noi, come lo indicava don Guanella, la “stella polare”, che ci accompagnerà sulle strade di Dio che tutto vede e provvede. 

Le sue prime parole dalla Loggia di San Pietro sono state di grande conforto per tutti i credenti. Ha detto infatti: «Sono un figlio di sant’Agostino, che ha detto: “Con voi sono cristiano e per voi vescovo”». Con voi sono un cristiano in cammino verso il Regno, ma per voi sono il vescovo, il pastore che vi sorregge e accompagna sulla via di Dio. Siamo in mani sicure; seguiamolo e incontreremo certamente il Risorto!

A papa Leone XIV il nostro augurio anche da questa rivista. Il vangelo della terza domenica di Pasqua (Gv 21, 1-19), che ha dato slancio alla settimana della sua elezione, ci suggerisce alcuni pensieri particolari.  Pietro, dopo aver pescato per tutta la notte e non aver preso nulla, sulla parola di Gesù getta di nuovo al mattino la rete e raccoglie la grazia di una fede premiata; la rete si riempie inverosimilmente di grossi pesci. 

Il nostro primo augurio a papa Leone XIV è questo: «Abbi sempre fede nel Cristo che rappresenti, anche contro ogni evidenza! Sulla sua Parola compi sempre gesti profetici senza paura, con coraggio. La sua grazia, come la rete di Pietro, riempirà il tuo ministero di sapienza e di benedizioni».

Sempre il medesimo vangelo della terza domenica di Pasqua, alla fine, ci ha anche presentato il dialogo tra Gesù risorto e Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Pietro non si è sentito di affermare che amava Gesù, perché lo aveva appena tradito, ma gli conferma che gli vuole bene. Gesù accetta il limite dell’amore di Pietro. Infatti è molto di più “amare” che “voler bene”, ma Gesù sa accontentarsi. E gli consegna la sua Chiesa.

Ci viene in mente un pensiero di Benedetto XVI, espresso nel discorso ai giovani della Giornata mondiale della gioventù a Colonia nell’agosto 2005, appena dopo la sua elezione a papa: «Giovani, siate innamorati di Cristo o non sarete nulla!». Proprio da qui prendiamo il secondo augurio che vogliamo fare a papa Leone XIV: «Sii innamorato di Cristo, di colui che rappresenti sulla terra. Indicaci come si ama Cristo attraverso la tua vita, facci vedere concretamente come si diventa suoi intimi e conducici, come pastore, a quella esperienza travolgente e indescrivibile dell’incontro con lui, a quella felicità non momentanea, ma eterna, a quella santità che sola ci permette di vivere per sempre pienamente realizzati».

E preghiamo per Leone XIV, perché è nostro dovere di figli e fedeli. Dio ce lo ha donato come guida e noi lo accogliamo con rispetto e disponibilità ad ascoltarlo e a seguirlo dove lui ci condurrà.