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Finora (5 giugno 2017) sono giunti da alcune Comunità questi contributi alle domande poste della PRIMA NEWS LETTER DEL CAPITOLO GENERALE.

Aggiorneremo man mano ci arriveranno altre vostre riflessioni

 

SINTESI DEI CONTRIBUTI ALLA PRIMA LETTERA CIRCOLARE IN PREPARAZIONE AL CAPITOLO GENERALE

INTRODUZIONE
Innanzitutto un vivo ringraziamento ai confratelli e alle Comunità che hanno inviato il loro contributo di riflessione e di proposte alla prima serie di domande in preparazione al nostro XX CG.
Ho voluto raccogliere, sintetizzandole, le risposte pervenute per riproporle ad ulteriore riflessione e giungere così a stabilire un elenco di priorità da offrire ai confratelli che saranno chiamati in Capitolo. Infatti risulta evidente la svariata tematica sulla quale si desidera che il Capitolo dia delle indicazioni di programma per il nostro prossimo futuro.
In questo riassunto di riflessioni e di proposte concrete mi sembra di poter leggere la situazione reale delle nostre Comunità e della Congregazione.
Particolarmente mi sembrano importanti alcuni temi che si ripetono nelle vostre risposte:

  • La coscienza di vivere un momento molto importante della nostra storia di Congregazione, che richiede un serio discernimento e una buona dose di coraggio per aprirsi e farsi condurre dallo Spirito del Signore.
  • Oltre ai temi proposti: carisma, interculturalità e profezia che faranno da sfondo al lavoro capitolare, sono stati particolarmente evidenziati alcuni temi concreti:
    + Il tema della formazione richiamato in vari ambiti e problematiche, incominciando dalla pastorale vocazionale e dalla necessità di accompagnare i giovani confratelli nelle prime esperienze apostoliche.
    + Il tema delle nostra realtà comunitarie. Si percepisce chiaramente la preoccupazione per consolidare questo aspetto importante della nostra identità come religiosi, e per la stessa forma in cui sono organizzate le nostre Comunità.
    + Il tema delle nostre Opere, in cui chiarire il senso della nostra presenza e la loro capacità evangelizzatrice in relazione ai diversi contesti in cui si opera.

Lascio però a voi il compito di indicare tra le risposte avute quelle che, secondo voi, richiedono una particolare attenzione da parte del Capitolo. Per questo propongo questo semplice esercizio da compiere personalmente o comunitariamente:
Per ognuna delle cinque serie di domande (A – B1 e B2 – C – D) si scelgano 3 risposte che sono considerate più importanti da trattare in Capitolo. (Della Prima Domanda si tenga conto solamente del terzo Paragrafo: §§§ In particolare si chiede).

A. Quali le attese (personali e della tua comunità) in vista del XX Capitolo generale?


§§§ C’è chi esprime un certo pessimismo sul Capitolo: - per l’allergia ad accogliere nuovi documenti; - per rassegnazione davanti al nuovo, a causa anche delle nostra piccolezza e delle nostre fragilità; - l’interesse maggiore è per le novità e per conoscere i membri del nuovo Consiglio generale…

§§§ In genere si apprezza la scelta dei temi per il Capitolo:

  • I temi proposti per il prossimo Capitolo Generale sono di grande portata, specialmente quello della profezia … Siamo in un tempo di attesa, spinti dallo Spirito Santo… a cui dobbiamo rispondere ravvivando il fuoco della carità a livello personale e comunitario…
  • Il Capitolo sappia leggere in modo nuovo e autentico i segni dei tempi in un mondo in rapida evoluzione.
  • La riscoperta del carisma guanelliano anche per l’apporto interculturale che lo può arricchire.
  • E’ importante capire il “come” vivere in modo profetico il nostro Carisma e quali risposte efficaci dare alle urgenze nelle diverse realtà in cui la Congregazione è attualmente presente.
  • E’ necessario comprendere cosa bisogna mantenere e cosa cambiare rispetto al passato, a riguardo del modo di incarnare il Carisma nei distinti contesti in cui siamo presenti. Le molteplici povertà di oggi interpellano la nostra Congregazione per saper essere una autentica profezia.
  • L’impegno che la Congregazione sta mettendo nel favorire comunità internazionali è una forte testimonianza per il mondo d’oggi!
  • Il tema dell’interculturalità suscita aspettative che però non dovrebbero solo riguardare la possibilità di maggior espansione della Congregazione o di rafforzare numericamente le nostre Comunità attuali, ma di renderle più capaci di testimonianza evangelica.

§§§ In particolare si chiede:

  • Non ci si soffermi su riflessioni e approfondimenti teorici ma si diano mete concrete da raggiungere e indicazioni per rianimare la vita personale e comunitaria.
  • Non manchi di fare una verifica profonda del sessennio trascorso.
  • Lo Spirito ci regali un Papa Francesco per la Congregazione! ...
  • Si dia ulteriore spinta al nostro rinnovamento spirituale, sia a livello personale che comunitario.
  • L’impegno a trasformare in cultura la nostra esperienza di stare con i nostri ospiti
  • Favorire la comunione e la fraternità tra noi (specie nelle Comunità internazionali) e ravvivare lo spirito di famiglia tra Confratelli, Consorelle e Laici guanelliani e il senso di appartenenza alla Congregazione.
  • Evitare che ci siano confratelli troppo isolati geograficamente.
  • Trattare anche il tema di una nuova distribuzione delle Province.
  • Approfondire e consolidare la formazione iniziale e la pastorale vocazionale nelle diverse realtà in cui siamo presenti.
  • Si valorizzino i confratelli giovani mediante un chiaro progetto personale di Congregazione una più seria preparazione nei campi della nostra missione.
  • Ampliare l’orizzonte missionario guanelliano ai bisogni degli uomini del nostro tempo: in particolare ai problemi dell’emigrazione in Europa e negli USA.
  • Di fronte ad una realtà in forte cambiamento definire cosa dobbiamo fare come religiosi nelle nostre Opere
  • E’ necessario prendere delle decisioni coraggiose che toccano la nostra identità come religiosi e la nostra struttura istituzionale.
  • Come saper vivere la fiducia nella Provvidenza con l’impegno per trovare le risorse per la nostra missione.
  • Aprire la Congregazione alla missionarietà non solo geografica ma anche a nuovi destinatari e nuove modalità di interventi.
  • Importante l’approvazione delle modifiche ai Regolamenti in quelle cose che più riguardano le nuove situazioni da affrontare….

B1. Quali gli aspetti positivi (risorse, esperienze, progetti) su cui la Congregazione oggi può fondare la sua speranza di rispondere alle sfide del mondo d’oggi? …

  • La bellezza e attualità del nostro carisma e della nostra spiritualità, che è in perfetta sintonia con le proposte di Papa Francesco che ci chiede sempre maggior apertura verso i poveri e le periferie del mondo e dell’umanità.
  • La Provvidenza che sempre ci ha assistito!
  • La nostra storia e l’impegno e generosità di tanti nostri confratelli, anche anziani, che ci infondono speranza. Il ‘SI’ ribadito ogni giorno dai singoli confratelli. 
  • I Guanelliani Cooperatori e i laici guanelliani che stanno dimostrandosi una risorsa per la Congregazione.
  • L’abbondanza di vocazioni in alcune Nazioni ci dà la possibilità di ravvivare e rafforzare la nostra vita comunitaria e l’espansione della nostra missione.
  • Le stimolanti decisioni del XIX Capitolo che dovremmo mettere in pratica con più fedeltà: ‘Sembra che ci manchi la capacità di superare la nostra mediocrità per una vita più radicale’.
  • Lo stare effettivamente tra i poveri e la nuova sensibilità in favore delle nuove povertà.
  • Generosità e intenso lavoro dei confratelli per portare avanti le Opere, ma che a volte sono lasciati soli oppure si fanno prendere dall’attivismo.
  • I Passi fatti nell’internalizzazione della formazione da consolidare ancora con la reciprocità delle esperienze.

B2… e come saperli sviluppare per rendere efficace il nostro rinnovamento?

  • Convinti che il rinnovamento è principalmente opera dello Spirito in ognuno di noi, puntare sulla preghiera personale e comunitaria con convinzione e con gioia… Esse uomini di Dio al 100%! Vivere con maturità i voti e rafforzare la nostra vita di preghiera.
  • Diventa urgente condividere il nostro patrimonio carismatico con i laici per vivere un’autentica ed efficace corresponsabilità nella missione, senza però strumentalizzare i laici o volerli a nostra immagine….
  • Risulta importante curare la formazione dei giovani confratelli, specialmente offrendo loro una testimonianza autentica nelle nostre Comunità dove sono inviati. Non dobbiamo preoccuparci del numero, ma della qualità della formazione, e che sia veramente guanelliana….
  • Dobbiamo consolidare tra noi la nostra capacità di dialogo, condividendo quello che siamo e facciamo. Facciamo troppa fatica ad aprirci gli uni agli altri!
  • Saper attirare i giovani, con la nostra testimonianza e attraverso la proposta di volontariato e l’accompagnamento spirituale.
  • Favorire una nostra maggiore competenza professionale senza però dimenticarsi di ‘sporcarci le mani’. Già dalla prima formazione i confratelli potrebbero conseguire titoli professionali per la nostra missione.
  • Necessità di unificare le Province dell’America Latina e dare più possibilità ai confratelli di vivere esperienze missionarie.
  • Gradualmente abbandonare le grandi strutture per lavorare con maggior ‘scioltezza’
  • Venga valutata maggiormente “La Pia Unione del Transito di S. Giuseppe”, come risorsa pastorale a riguardo dei temi circa la sacralità della vita e nell’accompagnamento alla morte…
  • Fortificare le Comunità esistenti e i progetti che si sono avviati con confratelli maggiormente in sintonia tra loro.

C. Quali le maggiori fragilità che ci impediscono di realizzare le attese che su di noi ha la Chiesa e il Papa?


       - Le nostre maggiori fragilità sono spirituali più che materiali: il contentarci, a volte, della mediocrità oppure fare entrare in noi la ‘mondanità’ e la cultura del mondo.
       - Mancanza del giusto equilibrio tra ‘contemplazione e azione’.
       - Lo scoraggiamento, la stanchezza e mancanza di allegria, di passione e di entusiasmo.
       - Perdita dell’ideale che favorisce le uscite dalla Congregazione e l’impegno nella formazione permanente.
       - Il timore di rischiare e fare qualcosa di nuovo a riguardo della carità. Spesso ci manca creatività!
       - L’insufficiente preparazione dei superiori locali come animatori della vita comunitaria e non solo della missione.

       - In ambito formativo bisogna educare alla mentalità dell’aggiornamento continuo: si fa fatica a condividere insieme ai confratelli giovani la passione per la missione.
       - Abbiamo bisogno di maggior discernimento e non preoccuparci troppo per il numero.
       - Necessità di maggior coordinamento tra formatori delle fasi iniziali
       - Debole pastorale vocazionale e particolarmente debole promozione della vocazione del Fratello guanelliano.
       - Mancanza di confratelli qualificati e formati per la nostra missione e per le responsabilità formative.

Nelle Opere.
       - Case che hanno perso la propria finalità carismatica ed evangelizzatrice.
       - Il numero ridotto di confratelli nelle Comunità e la complessità dei progetti di missione rendono difficile portare avanti le nostre Opere di carità e ci impediscono di vivere meglio la nostra vita spirituale.
       - Stiamo forse investendo troppe energie per sostenere strutture oggi meno funzionali alla missione che ci impediscono di essere veramente profeti, con una autentica visione di fede.
       - La nostra difficoltà a collaborare con i laici, e ad entusiasmarli circa il nostro carisma. Altri invece sono soddisfatti circa questa relazione…
       - Necessità di definire il progetto personale per ogni confratello e quindi di migliorare la loro professionalità in favore della missione.
       - Le nostre attività spesso non sono frutto del discernimento comunitario, ma vissute come progetto personale.
       - “Manca a volte una sufficiente collaborazione con la Chiesa locale”.

  • Sono stati molti gli accenni a nostre fragilità nel vivere la comunione fraterna:
    + L’individualismo che prevale sugli interessi comunitari e la poca condivisione delle ricchezze spirituali;
    + La paura e mancanza di dialogo sincero e di coraggio di dirci la verità in faccia e di giungere ad una autentica riconciliazione;
    + la classificazione negativa di alcuni confratelli;
    + La difficoltà a uscire dal proprio mondo culturale, dalla propria nazione, che crea preferenze o il gruppismo o l’identificazione etnica o di casta;
    + La vita comunitaria fragile a causa del molto lavoro e della burocrazia
    - Troppa importanza data al ruolo e meno alla animazione e alla relazione personale;
    - Paura da parte dei superiori di affidare incarichi ai confratelli. Alcuni confratelli si pongono, all’interno della Congregazione, un gradino al di sopra degli altri.
    - Dovremmo migliorare nella capacità di creare amicizie vere tra noi e di non ricercarle fuori;
    - Il ‘terrorismo delle chiacchere’ (Papa Francesco) nel parlar male gli uni degli altri.
    - Migliorare la preparazione dei confratelli che accettano di trasferirsi ad altra Provincia.
    - A riguardo della Economia: precarietà nel dare continuità ai progetti per mancanza di risorse e di preparazione dei confratelli

D. Oltre ai temi proposti e a quanto è stabilito nelle nostre Costituzioni (C 113) e Regolamenti (R 249-250) quali altri argomenti dovrebbero essere trattati nel prossimo Capitolo generale?
- Da una Comunità ci viene suggerito: ‘Non è conveniente trattare troppi temi ma approfondire i più essenziali’.
- E’ importante dare tempo e spazio sufficiente al tema dell’aggiornamento dei nostri Regolamenti.
- Il tema della formazione è considerato da vari confratelli come un’urgenza prioritaria, incominciando dalla necessità di preparare dei buoni formatori.
- L’accompagnamento dei giovani confratelli nella missione, a partire dal tirocinio e dal Tutorato, anche per evitare uscite dalla Congregazione;
- Il tema dei giovani e del discernimento vocazionale, in linea con la riflessione della Chiesa che si prepara alla celebrazione di un Sinodo dedicato a loro. ‘Il seminario e la vita di comunità ci tiene lontani dalla vita cosiddetta ‘reale’ del comune mortale che sgobba nel lavoro o in più lavori per mantenere la sua famiglia’.
- Formazione dei laici guanelliani


Alcune altre proposte:
- Riprendere e approfondire l’aspetto della comunione fraterna (Cost. nn.17-28) tra noi.
- Studiare una nuova organizzazione della Congregazione, sia a riguardo delle Province che del Governo generale. ‘Attualmente ci sembra che il Governo centrale sia troppo ‘sbilanciato’ a favore delle realtà non italiane’.
- Va fatta una seria riflessione sull’espansione missionaria in base alle nostre forze. E’ importante consolidare le Opere già avviate. L’apertura di nuove fondazioni richiede anche sufficienti risorse economiche: ‘Come reperirle? ’
- Rivalorizzare il Progetto Educativo Guanelliano come risposta profetica al nostro tempo.
- Riprendere la Scuola del carisma perché qualche confratello si dedichi maggiormente allo studio del Fondatore.
- Si dovrebbe fare una riflessione anche sulle cause degli abbandoni di giovani confratelli.
- Insistere sulla formazione permanente con iniziative anche straordinarie.
- Dare più tempo alla preparazione alla Professione perpetua e agli ordini sacri.
- Riflettere sul tema degli abusi sessuali su minori e adulti vulnerabili
- Chiarire l’identità, facoltà e rapporto tra superiore, direttore ed economo di una Casa.
- Il tema della collaborazione con i laici e la loro formazione.
- I mezzi di comunicazione sociale come strumenti per evangelizzare il mondo d’oggi, e il loro uso a livello individuale.
- Come assicurare la stabilità economica nella Congregazione e specialmente in Africa.
- Gli Associati
- Centri di Studi Guanelliani nelle distinte culture in cui siamo presenti.