A quale modello deve riferirsi l’uomo nel suo lavoro per recuperare la dignità perduta? Per noi guanelliani il Santo Fondatore, don Luigi Guanella, ci esorta a fare riferimento, ad assumere come modello la Famiglia di Nazareth.

Nella Sacra Famiglia di Nazareth noi troviamo descritto il “Vangelo del lavoro” vissuto nella ordinaria quotidianità dai tre membri che la componevano. Un uomo, una donna, un bambino, una casalinga, un artigiano, disponibili a Dio come matite in mano ad un artista. Grazie al loro sì Dio ha potuto donarci il “Vangelo del lavoro”.

Proviamo a contemplare nella Famiglia di Nazareth alcuni comportamenti comuni, semplici, che però danno al lavoro quotidiano, ordinario, l’impronta della santificazione:

Maria, affaccendata nella sua casa di Nazareth, attenta ad attizzare il fuoco per cucinare, a ramazzare, a lavare e pulire il suo bambino che, come tutti gli altri, rientrava a casa sporco per i giochi fatti sull’uscio di casa.

Giuseppe mentre lavora il legno nella sua bottega di Nazareth; passa più volte la pialla, smussa con lo scalpello gli spigoli, fissa i chiodi con il martello e intanto con pazienza insegna a quel figlio che non è suo i trucchi del mestiere.

Quanto entusiasmo hanno suscitato le parole pronunciate con forza dal Beato Papa Paolo VI nel suo storico viaggio in Terra santa , a Nazareth, quando ha voluto far parlare direttamente la Sacra Famiglia:

“Diteci, che cosa pensavate mentre lavoravate? Svelateci il segreto dei vostri pensieri, le richieste delle vostre preghiere, le ansie delle vostre preoccupazioni, le incertezze, nonostante la vostra grande fede, che vi hanno lacerato l’anima al pensiero del progetto per cui Dio vi aveva scelto.

Abbiamo bisogno di case come la vostra per poter respirare amore, essenzialità, dignità del lavoro umile e onesto. Regalateci il senso del limite, la gioia di un lavoro semplice, la coscienza che tutto ci è donato, la felicità di impegnarci per abbellire il nostro mondo” (Paolo VI°).

 L’esempio di Gesù a Nazareth, nei trent’anni passati con Maria e Giuseppe, sono di grande insegnamento a tutti noi proprio per quella fedeltà ordinaria che non ha bisogno di miracoli, di esperienze eccezionali, eclatanti, per esprimere il valore di quello che siamo mentre operiamo. Il lavoro è nobilitato da chi lo compie: il Figlio di Dio e come lui tutti gli uomini e le donne della terra.

Dall’ enciclica Laborem exercens ( n.6)

“Colui, il quale essendo Dio è divenuto simile a noi in tutto, dedicò la maggior parte degli anni della sua vita sulla terra al lavoro manuale, presso un banco di carpentiere. Questa circostanza costituisce da sola il più eloquente “Vangelo del lavoro”, che manifesta come il fondamento per determinare il valore del lavoro umano non sia prima di tutto il genere di lavoro che si compie, ma il fatto che colui che lo esegue è una persona. (…) In ultima analisi, lo scopo del lavoro, di qualunque lavoro eseguito dall’uomo – fosse pure il lavoro più “di servizio”, più monotono, nella scala del comune modo di valutazione, addirittura più emarginante – rimane sempre l’uomo stesso”. 

 

In occasione del Pellegrinaggio dell'Urna di Don Luigi Guanella, vi proponiamo alcuni suoi pensieri da meditare.

 

Circa 5mila, giovani religiosi provenienti da tutte le parti del mondo, sono giunti a Roma,  in Vaticano, con l’obiettivo di «svegliare il mondo».

Don Guanella ne fu devoto in tutta la sua vita fino a consacrare a Lui tutta la sua Famiglia.

 

Ricordiamo qui le promesse fatte da Cristo nel 1960 ad una suora austriaca. Vi auguriamo di trovarvi incitamento e soccorso alla vostro fede in questo tempo particolare dell’estate. Auguri!

 

 

Vivere da poveri per i poveri