Indice articoli

Punti fermi nella spiritualità di don Cesare Elli

Al dire di coloro che lo hanno conosciuto, gli anni più fecondi e preziosi della sua esistenza sono gli ultimi passati nella comunità di Ceglie tra l’Istituto per ragazzi e la Parrocchia intitolata all’Immacolata. Le sue caratteristiche più evidenti:

A. Sacerdote di grande preghiera e di sacrificio;

B. zelante direttore spirituale di anime;

C. assiduo ed amorevole consolatore degli ammalati e delle persone anziane e sole.

 

A. - La vita di don Cesare è descritta nella sua volontà di essere continua “oratio”: “ Il momento della preghiera non è evasione ma invasione del divino nella vita. La preghiera è un incrocio di sguardi. Dio mi guarda e il suo occhio è teso alle mie parole. Io lo ascolto e lui mi ascolta; io lo ricordo e lui mi ricorda, io lo cerco e lui mi cerca; io lo penso e gli parlo e lui mi parla. La lingua del cielo è la preghiera e chi prega getta un ponte tra la sponda del tempo e quella della eternità” ( dai suoi scritti).

E il popolo di Dio che sa leggere la ricchezza dell’interiorità dei loro pastori alla morte di don Cesare spontaneamente ha voluto dire la sua con semplicità e umiltà:

Posso testimoniare che don Cesare mi ha dato l’esempio di preghiera, di sacrificio, di fedeltà ai santi voti e alle costituzioni.

Don Cesare è stato una figura esemplare. Per Ceglie era il prete della preghiera, della sofferenza, della penitenza; ha dato tutto per le anime e per l’Opera e merita di essere ricordato.

Era l’uomo disponibile a tutte le ore, le sue giornate le passava in chiesa, al confessionale e a trovare gli ammalati.

Ricordo le sue passeggiate erano su e giù per la chiesa col breviario e la corona tra le mani.

Quando chiedevano di don Cesare lo trovavano in chiesa, oppure in cantoria sull’inginocchiatoio come un serafico a fare compagnia a Gesù.

B. - Uno dei ruoli più confacenti a don Cesare è stato quello di Direttore spirituale di tante anime. Aveva un carisma particolare per guidare le anime sulla via della santità. Il confessionale era il luogo più abituale della sua presenza . Quante ore vissute nella disponibilità a celebrare la misericordia di Dio per i fedeli. Alla sua morte molta gente pianse perché era rimasta priva di una guida sicura, disponibile, capace.

Una testimonianza che racchiude tutte le altre: “Non ci sono parole per dire quello che il cuore di ognuno di noi vorrebbe esprimere. E’ troppo grande il vuoto che hai lasciato, è troppo grande il dolore. Abbiamo perduto il padre, il fratello, l’amico, ma soprattutto la guida spirituale di colui che sapeva comprendere quanti avevano la fortuna d’incontrarti… Ti rivediamo sull’altare a celebrare, nel confessionale, dove avevi sempre una parola di bontà e di consolazione per tutti… Grazie, caro don Cesare, per tutto quello che ci hai insegnato, per i tuoi consigli sempre pronti ed efficaci. Grazie per tutte le volte che hai saputo e voluto consolare le nostre sofferenze, per tutte le volte che, in nome di Dio, hai perdonato le nostre colpe, grazie per la pace e la serenità che sapesti trasmettere in tutti, sei stato per noi un esempio vivente di santità" ( Saluto durante il funerale).

C. - Don Cesare aveva una sensibilità particolarissima per gli ammalati, per gli anziani e per chi nel paese di Ceglie viveva solo.

 

L'eredità spirituale di don Cesare Elli

Come sua eredità spirituale è bello e utile riportare i propositi ch'egli scrisse il 25 ottobre 1964, in occasione della Beatificazione di don Luigi Guanella, sul retro di un'immaginetta che riportava il volto sofferente di Gesù in croce.

  • I miei modelli: Gesù e Maria
  • I miei impegni: saper ascoltare, saper amare, saper soffrire, saper pregare.
  • I miei ideali: valorizzare le piccole cose, scoprire il bello nascosto, sublimare tutto in gioia".

Questo programma di vita spirituale svela il motivo del vivo ricordo di don Cesare che permanetra la gente di Ceglie e spiega perchè continui a dare abbondanti frutti spirituali.