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DON AGOSTINO VALENTE nasce a Villa San Sebastiano, in provincia dell’Aquila, il 7 giugno 1924, da genitori dotati di profonda umanità e di fede. Il signor Ambrogio, suo padre, era un tipo aperto, dallo sguardo sereno, nel quale subito potevi leggere messaggi di cordialità che mettevano a proprio agio. Teodora Tellone, sua madre, nella famiglia costituiva il polo della bontà religiosa, che coloriva di affetto e di preghiera tutto ciò che nel quotidiano serviva alla crescita dei figli. Il piccolo Agostino, battezzato il 24 giugno 1924 e cresimato il 23 novembre 1931, maturò le sue prime scelte di vita al caldo della famiglia e ai piedi dell’altare, dove andava a servire la messa come chierichetto. Con l’aiuto del parroco, il signor Ambrogio si mise alla ricerca di come dare consistenza ai desideri del suo ragazzo. Così venne a conoscenza per la prima volta dei Guanelliani, i quali avevano una piccola scuola apostolica a Ferentino, in provincia di Frosinone. Seguirono le pratiche di ammissione, che si conclusero felicemente.

Il 15 ottobre 1936 Agostino fece il suo ingresso nel seminarietto di Ferentino. Allora, come direttore, era presente don Remo Bacecchi. L’anno successivo salì allo Studentato di Fara Novarese per proseguire a livelli più impegnativi i programmi di studio, di discernimento e di formazione. Per i ragazzi l’esperienza di Fara Novarese costituiva un duro banco di prova, non soltanto per la disciplina, che allora vigeva piuttosto severa nei seminari, ma soprattutto per le differenze ambientali di cultura e di clima. Le difficoltà non indebolirono la volontà di Agostino, anzi gli temprarono la volontà, gli furono occasione per far emergere ed affinarle belle qualità di intelligenza e di carattere, soprattutto nel campo della fedeltà alle voci del cuore.

Con la grazia del Signore e con l’aiuto dei suoi educatori, le numerose situazioni di sacrificio si trasformarono in utile materiale di costruzione per la sua persona: lo spinsero a mettere a base della vita una preghiera intessuta di fede, sperimentata nel dialogo spontaneo con Dio e nel ritmo dell’osservanza delle regole. Il 12 settembre del 1941, dopo otto giorni di Esercizi spirituali iniziò il noviziato nella casa di Barza d’Ispra (Varese). Vi trascorse quattro anni: fervidi, basilari per il suo futuro. I primi due furono di noviziato, conclusi il 12 settembre del 1943 con la prima professione religiosa. Nella medesima Casa proseguì gli studi per un biennio. All’inizio del settembre 1945 passò a Como per il quadriennio teologico. Il 2 aprile del 1949 fu Ordinato Diacono e il 26 giugno dello stesso anno Sacerdote da Mons. Felice Bonomini nella cattedrale di Como. L’Ordinazione sacerdotale segnò a fondo l’animo di don Agostino. Gli fu affidato, come primizia del suo ministero sacerdotale, il Seminario di Anzano del Parco dove si era trasferito lo Studentato di Fara Novarese. Vi trascorse un triennio, tra studio personale, lezioni ai ragazzi e molto ministero nelle parrocchie vicine. Poi gli fu chiesto di partire per Roma, Via Aurelia Antica, dove lo attendeva un lavoro analogo nel campo formativo e nell’insegnamento ai ragazzi delle Medie. Trascorso un triennio, don Agostino fu chiamato, nel settembre del 1955, ad assumere il ruolo di Prefetto del Seminario. In quegli anni i seminaristi erano circa un’ottantina .

Nel 1971 venne eletto Superiore della Casa S. Giuseppe di Via Aurelia Antica, il Centro dei nostri ragazzi con disabilità. Visse con intensità di padre questa esperienza non facile. Allo scadere del triennio ancora una volta don Agostino fu inviato come Superiore della comunità di Alberobello e direttore del Seminario minore pugliese. Ad Alberobello la sua disponibilità fece di lui un Padre Spirituale ricercato e apprezzato dal clero, dai laici, dai giovani e da semplici fedeli del popolo di Dio. Questa sua propensione a coltivare le anime convinse i Superiori Maggiori che don Agostino fosse il Padre spirituale ideale per i nostri chierici del Seminario teologico internazionale di Roma. A Roma, infatti, don Agostino visse pienamente per ben 27 anni, il binomio del Fondatore “Date Pane e Signore”. Al suo compito di Padre spirituale del Seminario aggiungeva infatti momenti di presenza significativa tra i nostri ragazzi nel repartino dei più gravi, specie nel momento del pranzo e della cena. Andava con passione di fede e di amico in mezzo a loro, si rendeva disponibile ad imboccare coloro che facevano più difficoltà, si intratteneva con loro inventando modi davvero fantasiosi per comunicare. Anche il personale del nostro Centro trovava in lui la sapienza di una parola, l’indirizzo per un impegno maggiore, l’accompagnamento nei momenti difficile della vita personale e di famiglia.

Nel 2003 cominciò ad avvertire i primi disturbi al cuore che alla fine lo convinsero nel 2004 a ricoverarsi al Policlinico Gemelli per un intervento chirurgico. Subì l’operazione. Tutto sembrava fosse riuscito bene, ma all’improvviso, il 13 luglio, il suo cuore arrestò il suo battito. Era giunte l’ora del suo incontro con il Padre del cielo.