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Celebriamo la IV domenica del tempo di Avvento, ultima tappa verso la memoria del Natale storico di Gesù, ma contemporaneamente questa sera ricordiamo anche il 50° anniversario della Ordinazione sacerdotale di don Alfredo Rubagotti, prete guanelliano, da tanti anni presente in questa Basilica come vicario del Parroco e confessore nella vostra comunità parrocchiale. 

Cerco di mettere insieme questi due avvenimenti quello della Liturgia domenicale molto ricca  nel presentarci la figura di Maria di Nazareth nell’incontro con la cugina Elisabetta e quello di don Alfredo, declinando con voi tre verbi presenti nel Vangelo della Visitazione:

Incontrare, Ascoltare, mettersi in cammino.

Incontrare.

-Maria va “in fretta” a visitare Elisabetta sua cugina. Ha saputo della sua maternità e con gioia, con fede nelle parole dell’Angelo, con premura per una parente già anziana e ora nello stato di maternità avanzata, si mette allora in cammino desiderosa di vedere Elisabetta e di offrirgli la sua collaborazione. Non era tanto vicino: da Nazareth ad Eim-Karim sono 140 Km e da fare, allora, a piedi o per qualche pezzo di strada seduta sull’asinello di Giuseppe. Un cammino faticoso, dunque, ma vissuto nella gioia e nell’attesa di un incontro. Il desiderio di vedere la cugina fa superare tante difficoltà e  precauzioni necessarie in quel luogo e in quel tempo. 

-Quanti insegnamenti anche dalla tua vita di questi 50 anni di sacerdozio, caro don Alfredo. Alzarsi ogni mattina e dire si incomincia, chi incontrerò quest’oggi nella mia giornata da prete? Entrare nel confessionale più volte al giorno e attendere per incontrare chi ha bisogno di riconciliarsi con Dio e i Fratelli. Celebrare l’Eucarestia tutti giorni perché il popolo di Dio s’incontri con la Parola e il Pane di vita e venga benedetto con la presenza di Dio nella sua vita. Stare in ufficio per incontrare chi viene per un certificato, una domanda, un orientamento, una decisione. La vita di un sacerdote scandita dagli incontri. Quanti in una giornata! Li abbiamo vissuti tutti come quello di Maria ed Elisabetta, augurando pienezza di felicità e di vita all’altro che incontriamo? Tu, don Alfredo, sei sempre parco nei sorrisi e negli abbracci, ma certamente la tua parola ha suscitato in tanti e tante volte serenità e gioia nel cuore di chi ti ha avvicinato e ascoltato.

Quale grande messaggio per tutti noi ormai nella imminenza del Santo Natale del Signore? Essere capaci di incontrare veramente le persone, non passaggi distratti, frettolosi, quasi disinteressati del problema dell’altro, ma incontri del nostro cuore con il cuore della persona che ci sta di fronte. Perdere tempo, se necessario, ma non lasciare mai partire da noi nessuno senza serenità e gioia nel cuore. 

-Ascoltare. 

In un Inno orientale mi ha colpito il fatto che Maria venga chiamata “La tutta-orecchio”: la sua maternità, prima che nel suo ventre, è nell’orecchio che ascolta e accoglie e fa sua, con fede, la Parola-volontà del Padre. Il Vangelo della Visitazione ha illustrato la capacità di Maria e di Elisabetta di ascoltare il cuore, nel profondo, di vincere le resistenze che ci sono dentro, che fanno riferimento solo all’umano, al visibile, a quanto accade secondo la norma, la prassi. Se Maria non avesse ascoltato il suo cuore non si sarebbe mossa da Nazareth per aiutare Elisabetta. Se non avesse dato ragione alle parole dell’Angelo: “Tutto è possibile a Dio” anche che la tua cugina Elisabetta nella sua vecchiaia possa ora aspettare un figlio, perché andare fino a Ein karim? E se Elisabetta non avesse ascoltato il suo cuore come avrebbe potuto rivolgersi a Maria e pronunciare quelle stupende parole: “Tu sei la benedetta fra tutte le donne! Beata te, Maria, perchè hai creduto alle Parole del Signore”. 

Ecco don Alfredo. Ti ho sempre conosciuto come il sacerdote che ama il ministero dell’ascolto, hai passato un anno intero nel santuario di Pompei come confessore dei pellegrini, il tuo confessionale qui in Basilica ha sempre la luce accesa. Che bel dono Dio ti ha dato: essere capace di ascoltare gli altri, tutti quelli che si accostano al tuo ministero, senza paura, senza preconcetti, senza precomprensioni di quello che sono e che ti diranno. Il valore del ministero dell’ascolto è di desiderare incontrare l’altro, lasciandolo però libero di esistere nella sua particolarità, senza manipolazioni, attento certo nell’ascolto e pronto a donarsi in un aiuto concreto di sostegno. Nel ministero dell’ascolto ancora si richiede la capacità di essere coscienti di non dar subito e sempre adito a ciò che popola la nostra mente, ma di filtrare tutto nel nostro cuore, come Maria che custodiva tutto ciò che vedeva e ascoltava rimeditandolo nel suo cuore e rileggendo tutto alla luce della volontà di Dio e non della propria. Quando saremo capaci di far così quale grande valore assumerebbe la nostra risposta agli interrogativi che ha gente ci pone!

-Mettersi in cammino. 

 Il Vangelo ci ha presentato Maria, donna in cammino con fede. Fede nella Parola ascoltata e ormai incarnata dentro di lei. Maria mentre va da Elisabetta porta in sé la beatitudine di quel dono che è Dio stesso, incarnato in lei. In cammino nonostante tutto, nonostante le difficoltà del suo stato e della lunghezza e poca sicurezza del percorso. Questa sua determinazione di andare da Elisabetta  nasce da una profonda fiducia nella promessa dell’Angelo: “Non temere, Maria, il Signore è con te”.

Il tuo cammino don Alfredo è stato lungo e faticoso. E’ iniziato con il primo sì a Dio detto a Palazzolo (Brescia) quando lasciando papà Mauro e mamma Rosa sei entrato nella nostra Congregazione dei Servi della Carità. Hai percorso tutte le tappe della formazione previste dalla nostra Ratio, rinnovando la tua adesione al Signore e poi hai raggiunto la meta del sacerdozio proprio 50 anni fa come oggi, il 18 dicembre del 1971, a Bergamo nella Cappella del Seminario per le mani di Mons. Clemente Gaddi. E’ grazia e mistero Dio ha posto nella tua vita!

Poi il cammino è proseguito rapido e variegato: nella Parrocchia di Valle Aurelia, poi qui al Trionfale, poi a Firenze, a Napoli, a Ferentino, ancora al Trionfale, poi a Ceglie Messapica, a sant’Elena di Marsciano, a Napoli e infine nel 2001 il ritorno in questa Basilica fino ad oggi. Non possiamo certo dire che questa Basilica con il suo popolo non sia nel tuo cuore! Cinquant’anni tutti al servizio del popolo santo di Dio, come pastore delle anime, di quel popolo che è di Dio, ma viene affidato di volta in volta alla cura degli uomini, dei sacerdoti appunto, per condurlo, a suo nome e non a nome proprio, lungo le strade della vita, verso il Regno. Ecco la grande responsabilità del sacerdote insieme ai confratelli della tua comunità!

Grazie don Alfredo! Dio te ne renda merito. Adesso la salute non sempre ti arride e la preoccupazione per mantenerla spesso sta al vertice delle tue preoccupazioni e ti toglie qualche volta il sorriso. A nome dei confratelli e di questo popolo, che tu ami e servi, ti dico come l’Angelo a Maria: “Non temere, Alfredo! Il Signore è con te”. Avanti in nomine Domini! Come Maria canta anche tu, nei restanti anni della tua vita, il Magnificat delle grandi cose che il Signore ha operato e continua a fare nella tua vita e con la tua vita in quella degli altri. 

Siamo nei primi Vespri del compleanno del santo Fondatore, don Luigi Guanella, domani 179° anno dalla sua nascita.  Che esempio di uomo e di sacerdote riuscito nella fedeltà a Dio e nella passione concreta per i più poveri. Continua anche tu, don Alfredo, a seguirne le orme. Lui ti vuol bene e ti otterrà dal Buon Dio protezione e benedizioni. 

Auguri, ad multos annos e certamente appuntamento, speriamo per tutti, per il 60° di Messa!