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Così lo ricorda Don Umberto Brugnoni Rettore del Seminario Teologico di Roma.
Mercoledì 6 luglio alle ore 12,00 mentre giocava con i ragazzi della Casa dell’Angelo di Genova nel laghetto del Lemme portava a termine la sua vita un giovane seminarista guanelliano proveniente dall’Africa: Emeribe Chikwado Achillus. Aveva 31 anni.
Era figlio della terra africana, della Nigeria e da tre anni era in Italia per seguire quella chiamata che il Signore gli aveva rivolto: vieni e seguimi e ti farò felice pescatore di uomini. Aveva già lasciato la sua famiglia numerosa per entrare nella Casa formativa di Nnebukwu dove accanto ai seminaristi vive un gruppo di Beniamini della Divina Provvidenza, o Buoni Figli, come li chiamava san Luigi Guanella, fondatore dell’Opera a cui apparteneva Achillus. Ragazzi portatori di disabilità che rendono l’ambiente vivace e chiassoso: una vera famiglia. Proprio in quei primi anni di discernimento vocazionale, Achillus deve affrontare il dolore più atroce di un figlio: la perdita dei genitori. Lui stesso ricordava spesso che ha saputo superare l’immane dolore grazie proprio ai ragazzi di Nnebukwu che hanno fatto di tutto per riempire la solitudine del suo cuore di figlio orfano. Dopo la professione religiosa, tre anni fa, viene mandato dai suoi Superiori a Roma per frequentare il Seminario Teologico internazionale. Anni impegnativi e con qualche difficoltà alla partenza: lasciare l’Africa, Nnebukwu, i fratelli e le sorelle, le difficoltà della nuova lingua, della nuova cultura. Rallenta un poco il suo entusiasmo. Ma questo ultimo anno è stato a mio parere di formatore, l’anno della riscossa. E’ partito subito bene: convinto che doveva impegnarsi di più, con chiarezza delle mete da raggiungere e dei mezzi che gli servivano per raggiungerle. Aveva fretta di far bene, quasi presagisse qualcosa. Era appassionato e non solo del pallone per il quale da tre anni partecipava  alla Clericus Cup, torneo organizzato dal Vaticano per i chierici dei Seminari romani, ma anche dello studio di teologia, della sua vita spirituale (era esigente con se stesso e con gli altri), del suo apostolato nella Parrocchia di San Giuseppe al Trionfale. Non mancava mai la sua presenza anche con i nostri Buoni Figli di Roma. Era amante della fotografia e per questo svolgeva il compito di fotografo ufficiale della comunità. “Grazie papà, in uno dei messaggi che ogni tanto mi mandava, mi sento proprio a casa mia. Sono aumentato anche di peso perché sono sereno e contento di stare qui con voi, siete la mia famiglia”. Aveva eternamente il sorriso sul volto. Difficile incontrarlo rabbuiato anche quando per qualche acciacco di salute stava giornate intere in camera e insisteva per alzarsi e uscire al più presto. Il prossimo anno avrebbe pronunciato i voti religiosi per sempre e ricevuto il dono del Sacro Diaconato preludio del Sacerdozio.
E’ il primo confratello della Delegazione africana Nostra Signora della Speranza a raggiungere il cielo. Penso davvero che possa essere anche uno dei modelli da tenere in considerazione. Ha corso con la speranza nel cuore; ha superato gli ostacoli della vita e della sequela con coraggio e dedizione. Ha trasmesso generosamente  serenità, gioia, impegno a chi gli è stato accanto. Perché Dio lo ha voluto con sé? Non potrebbe essere proprio perché era pronto per il cielo? Aveva già terminato la sua missione? Aveva già raggiunto il Suo Signore? Io credo di sì!
Grazie Achillus per essere passato nella nostra comunità e non aver occupato solo un posto, ma svolto una missione, offerto un messaggio di vita che per noi oggi diventa testamento, eredità da continuare. Guardaci dal cielo perché sappiamo anche noi sorridere sempre alla vita e accogliere quello che Dio ci fa incontrare con un dono del Suo amore di Padre. Riposa in pace! Ti vogliamo bene!


La morte non è sempre una nemica. Mentre la subisce, l’ amore è capace di vincerla. Vivere significa spesso separarsi; morire  vuol dire invece riunirsi. Non è un paradosso: per coloro che sono arrivati all’amore più grande, la morte è una consacrazione e non una rottura. In fondo, nessuno muore veramente, perché nessuno può uscire da Dio”. (A. G. Sertillanges )


I funerali di Emeribe Chikwado Achillus si terranno il giorno 14 Luglio alle ore 10,00 presso il Santuario Sacro Cuore – Casa Madre Opera Don Guanella di Como.

ACHILLUS, UN GIOVANE IN CAMMINO VERSO LA PIENEZZA DI VITA