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Fin dal primo annuncio della ritirata definitiva delle truppe NATO e USA dall’Afghanistan, il direttivo della associazione Pro Bambini di Kabul, ha cominciato a riflettere con preoccupazione sul futuro.
L’associazione PBK è stata fondata da don Giancarlo Pravettoni e riunisce diverse congregazioni religiose; per quasi vent’anni ha condotto una scuola speciale per bambini con disabilità medio-lieve a Kabul, con l’apporto di una piccola comunità intercongregazionale di Suore (per molti anni c’è stata la presenza di una Figlia di S. Maria della Provvidenza) e con l’impegno del nostro Fr. Carlo Fondrini come direttore educativo e amministrativo “a distanza”, che visitava un paio di volte l’anno. Prevedendo l’arrivo dei Talebani, si pensava di poter passare l’attività con il personale addetto a una ONG locale, in modo da poter ritirare le Suore presenti e continuare a dare almeno il supporto economico alla scuola.
Gli eventi sono precipitati, e nel frattempo i Talebani hanno anche tolto la maschera di relativa tolleranza che sembravano tenere, arrivando così al “si salvi chi può” ben noto a tutti.
Dopo alcuni giorni di ansia, con le suore nascoste e le insegnanti barricate nelle loro case, si è riusciti a portare in salvo quasi tutti: la suora di Maria Bambina, indiana, è arrivata in India, la suora di S. Giovanna Antida è arrivata in Italia, così come 14 delle 16 famiglie di persone dipendenti e/o coinvolte con la nostra opera.
Il 10 settembre, terminato il periodo di quarantena, queste famiglie verranno smistate tra le diverse congregazioni religiose in Italia. Come Guanelliani siamo impegnati ad ospitare la famiglia di una nostra insegnante (7 persone) in un reparto di Casa S. Maria alla Nocetta, offerta dalle Suore Guanelliane. L’ospitalità completa durerà un anno, durante il quale si attiveranno i percorsi di inserimento linguistico, sociale, lavorativo e scolastico. Per ora si tratterà soprattutto di far passare la paura e avviare un minimo di comunicazione … poi si vedrà. Speriamo anche che ci sia la possibilità di far giungere in Italia senza problemi le altre due famiglie, rimaste a Kabul.
Per il momento il P.B.K. cerca di affrontare questa emergenza e di sostenere queste famiglie, ed è stato bello constatare la disponibilità delle varie Congregazioni nell’offrire ospitalità.
Solo il futuro ci dirà se sarà possibile riaprire la scuola speciale, o riprendere qualche attività a Kabul, o forse anche rivolgere le forze verso altre zone, altrettanto difficili per la popolazione e per i bambini disabili in particolare.

Fratel Franco Lain